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Kuropaty: la memoria salva anche noi
A Kuropaty, bosco nei pressi di Minsk, migliaia di croci ricordano le vittime delle fucilazioni di massa dell’NKVD negli anni ’30. Mentre il governo cerca di obliterare questa storia, cancellando i segni sul territorio, c’è chi silenziosamente continua a farvi visita, per proteggere il proprio passato e difendere la propria dignità umana.
Miron Ginkas: Attraverso il filo spinato
Nei giorni della memoria, ascoltiamo la storia vera di una famiglia ebrea passata attraverso mille peripezie nella Lituania occupata dai nazisti. Una vicenda ritrovata nei diari del capofamiglia.
La «Restituzione dei nomi», oggi più che mai
Il gesto di memoria delle vittime del terrore comunista si ripete anche quest’anno il 29 ottobre. E assume una pregnanza speciale nel momento in cui nuove innumerevoli vittime chiedono memoria e giustizia.
Alla Kolyma va in scena il festival del revisionismo storico
Il festival «Le luci della ribalta del lager» previsto nel 2025 a Magadan sembra più che altro l’occasione per sostenere il revisionismo storico promosso dal Cremlino, che in questo caso colpisce soprattutto i detenuti ucraini che furono costretti a lavorare nelle miniere della Kolyma.
Quando la mala del GULag aiutò i dissidenti
Il 30 ottobre 1974 nei lager sovietici venne indetto uno sciopero della fame a sostegno dei detenuti politici. La data fu poi inserita nella legislazione russa come Giornata della memoria delle vittime delle repressioni politiche. Ma pochi sanno che alla riuscita dell’iniziativa di allora contribuì il mondo della malavita carceraria.
Il patriottismo cristiano di Szeptyckyj
La ricostruzione fedele della vita del metropolita dei greco-cattolici ucraini, mette in luce un’epoca non meno drammatica della nostra, e la sua scelta per Cristo. Senza tentennamenti.
Pace e cultura
L’intervento del presidente di Russia Cristiana all’inaugurazione della mostra “Uomini nonostante tutto. Testimonianze da Memorial”, a Bergamo. Perché la memoria è necessaria per vivere e costruire.
Sergej Lebedev: “Il confine dell’oblio”
Tramontata l’epoca dei memoriali dei sopravvissuti al GULag, Lebedev inaugura quella della memoria difficile dei discendenti, per riscattare il sangue e ritrovare la luce. La tragedia del passato non appare in superficie, ma intride e corrode la psiche e la natura stessa.
Restiamo umani, per favore
Attenti a non bandire in blocco la cultura russa e a non addossare ai russi una colpa collettiva, dice il poeta ed ex dissidente lituano, che ci mette in guardia dalla disumanizzazione. Stralci di una sua intervista alla Radio televisione-lituana.
Memoria e Memorial, la forza dei nomi restituiti
Il legame con i morti sacrificati e cancellati dallo Stato crea solidarietà e speranza.
Sono in Memorial perché ho avuto un maestro
Bill Bowring, professore di diritto alla London University, ha intervistato Elena Žemkova, che è stata tra i fondatori e poi direttore esecutivo di Memorial. In questi giorni Žemkova si trova a Rimini per testimoniare sul suo lavoro.
Meeting 2022 • Uomini nonostante tutto
Dalle lettere e dai piccoli regali inviati da padri e madri nel GULag ai figli è nata una mostra straordinaria, che testimonia un’invincibile umanità, più forte del totalitarismo. I materiali appartengono all’associazione Memorial di Mosca, il cui archivio è ora sotto sequestro dello Stato.
«Mio nonno uccideva, chiedo perdono»
Il momento attuale, così bisognoso di misericordia e di perdono, può trovare un esempio e un’ispirazione in tempi non molto lontani, che hanno visto prevalere obbrobrio e disumanità. Ancora oggi i nipoti delle vittime di Stalin e dei carnefici si incontrano, e devono decidere come porsi dinnanzi al male compiuto.
Un paese che cerca il suicidio
Altri 15 anni di lager per Dmitriev, liquidata l’Associazione Memorial. Due colpi durissimi che si sperava non arrivassero. Dove va la Russia privata della sua memoria?
Perdonare senza dimenticare
Dopo anni di attesa, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha finalmente riconosciuto le tante iniziative fiorite ad opera di semplici fedeli per celebrare la memoria delle vittime del terrore sovietico.
A Cannes Loznica rompe il silenzio su Babij Jar
All’inizio della seconda Guerra mondiale, i nazisti che avevano occupato Kiev fucilarono 33 mila ebrei, dei 50 mila rimasti in città. Dell’olocausto di Babij Jar il mondo ha saputo poco o nulla. Per questo Sergej Loznica sognava di girare un film e rompere il silenzio.
80 anni fa l’olocausto ucraino
Babij Jar, a Kiev, ha visto nel 1941 un massacro di ebrei da parte degli occupanti nazisti. Ma il fatto è stato totalmente censurato dalla propaganda sovietica. Solo ora, dopo 80 anni, si sta ricostruendo la memoria dell’olocausto ucraino.
Non siamo uomini incolori
Nel discorso che Veniamin Iofe tenne all’inaugurazione del memoriale sulle fosse comuni di Sandarmoch, nell’ottobre 1997, sottolineò la forza inerme della persona. Grazie a un «io» risvegliato ogni vittima di Sandarmoch ha avuto un nome. Un’illustrazione del «coraggio di dire io» del Meeting 2021.
Il fascino della libertà vince
Il mese di agosto: un lungo elenco di tragedie ma sempre, irriducibili, tornano il fascino della libertà e la speranza che muove.
Archivi Stasi: il coraggio di guardare il passato
Come consolidare lo studio del passato? In Germania si è passati alla seconda fase della memoria inserendo gli archivi del periodo comunista nell’Archivio di Stato.
Volti dal «Vaticano della prigione»
La pittrice Claudi Ondok ha realizzato una serie di ritratti di «uomini da liquidare», credenti detenuti nelle carceri cecoslovacche degli anni ’50, un modo per far rivivere gli straordinari confessori della fede della Chiesa ceca del ‘900.
Nel «Gelo perenne» rinasce la vita
L’atroce cantiere del GULag per la costruzione della ferrovia polare fa da scenario al romanzo «Gelo perenne» dello scrittore Viktor Remizov, finalista del prestigioso premio letterario russo «Bol’šaja kniga – Big book». In esclusiva, un capitolo del libro.
Viaggiando per la Jacuzia
La memoria può consistere in un piccolo gesto, in un breve racconto, che bastano a rompere il ghiaccio dell’indifferenza che ci rende fragili. In Russia si è creata una comunità di persone che non si stancano di rispolverare le storie dolorose del passato. La loro è un’opera di civiltà.
Le targhette della discordia
«L’ultimo indirizzo» è un’iniziativa lanciata nel 2014 da un giornalista russo per commemorare i morti delle repressioni staliniane con una targhetta da affiggere sull’ultima abitazione della vittima. L’azione ha riscosso successo, ma ha suscitato anche atti vandalici e resistenze. Cerchiamo di capire come mai…
Statue di santi, navigatori e carnefici
Statue abbattute, statue reinsediate, tutto in nome di un nuovo conformismo che distribuisce condanne e assoluzioni in base alle parole d’ordine del potere.
Alla Kolyma un ex-lager diventa memoriale
Un ex lager-miniera dell’Estremo Oriente russo verrà trasformato in un complesso museale aperto a visitatori e studiosi. Un tentativo «ufficiale» per recuperare la conoscenza delle persecuzioni nella regione della Kolyma e creare «un’infrastruttura unificata della memoria». Visibile solo a pochi ardimentosi.
Ricordare online si può. L’edizione 2020 della “Restituzione dei nomi”
Quest’anno si svolge in modalità online la tradizionale iniziativa di Memorial “Restituzione dei nomi”.
Dmitriev: una pesante sconfitta. Ma non è il punto e basta…
30 settembre, la Corte Suprema della Carelia ha accolto il ricorso del procuratore e aumentato la condanna a 3 anni di Jurij Dmitriev portandola a 13 anni. Una lunga farsa processuale che ora rischia di finire in tragedia. È la totale deriva della giustizia russa. Molti si chiedono che fare.
Cancellare un ritratto per «vivere nella menzogna»?
A Tver’ si litiga attorno a un graffito col volto di Solženicyn. Per molti è un padre della patria, ma sono ancora di più quelli che lo detestano. Battaglie sul fronte della memoria.
Il caso Dmitriev, chiusure e spiragli
Il «caso Dmitriev» è noto in Russia dal 2016 quando lo storico, scopritore delle fosse comuni staliniane, fu arrestato con l’accusa di pedopornografia. Dopo ben due processi e un’assoluzione, ora ha avuto tre anni e mezzo… Troppo poco se è colpevole, troppo se è innocente. Un filo rosso lega la memoria del terrore e il processo appena concluso.
«Storie di amicizia e di speranza» • Ol’ga Popova
I brevi video «Storie di amicizia e di speranza» raccontano storie di persone molto diverse tra loro, accomunate dall’esperienza di verità e libertà vissuta in contesti di dolore, di prova, di illibertà.
Il nuovo giornalismo russo: un dilettante di nome Dud’
Trentatré anni, taglio alla punk, l’aria da ventenne, un po’ naif e un po’ calcolatore, comunque lucido e deciso. Jurij Dud’ è il nuovo volto del giornalismo russo di frontiera, quello on line. Sa farsi ascoltare e ha milioni di follower.
Gustaw Herling nel mondo a parte
Lo scrittore descrive dettagliatamente il mondo rovesciato del GULag, crudele quanto irrazionale. E testimonia che la disumanizzazione non l’aveva vinta. C’era chi lottava ogni giorno per la propria dignità.
Gustaw Herling e il lavoro del testimone
Tra i testimoni del GULag Gustav Herling, ebreo polacco e partigiano antisovietico, è il più vicino a noi poiché visse in Italia per 55 anni, ma forse il più lontano per l’ostracismo cui la sua persona e le sue memorie furono soggetti. Il suo Un mondo a parte è un capolavoro che scava a fondo nella fatica e nella responsabilità del fare memoria.
Praga: la guerra delle statue
La sorte di due statue ha acceso gli animi nella capitale boema: chi vorrebbe ripristinare l’antica colonna mariana distrutta nel 1918 in piazza della Città Vecchia, e chi vorrebbe smantellare il monumento al maresciallo sovietico Konev, liberatore della città dal nazifascismo nel ‘45 ma protagonista delle repressioni sovietiche. A tema: la difficoltà a giudicare serenamente la memoria storica.
La «Via Baltica» arriva a Hong Kong
Agosto 1939: il patto Molotov-Ribbentrop tra Germania nazista e URSS trascina i paesi baltici nell’orbita sovietica. Cinquant’anni dopo, una catena umana di due milioni di persone in strada a chiedere libertà e, di lì a poco, l’URSS si dissolve. Due anniversari importanti per la storia europea, e non solo.
Un segno, un nome, una vita: l’ultimo indirizzo
La forma di memoria delle «Pietre d’inciampo» ha una variante russa che si chiama «Ultimo indirizzo». Il suo maggior valore è che sono i cittadini a richiederla. Sono ormai dieci anni che questa prassi civile si diffonde silenziosamente.
Quando i fumetti raccontano il GULag
L’uso dei comics per tramandare ai giovani la storia delle repressioni totalitarie. È un’iniziativa del Museo del Gulag di Mosca. Non è una banalizzazione ma un modo efficace e serio per comunicare che dietro le grandi cifre delle vittime, ci sono storie e volti personali.
La libertà che sognavamo
Hanno combattuto per la libertà nazionale, ma ora si sono smarriti nella vita della democrazia. I paradossi che si vivono nell’ex-Urss ricordano da vicino le strettoie in cui si dibatte l’Europa, delusa dal grande sogno della sua unità. L’esempio interessante della Lituania.
Černobyl’, la verità impietosa
L’uscita della miniserie televisiva sul disastro di Černobyl’ ha suscitato molto interesse sui media russi. Le reazioni sono state varie, dal rammarico per essersi fatti «sorpassare» dal cinema yankee, all’apprezzamento per la fedeltà della ricostruzione, all’invettiva «patriottica» in difesa del passato sovietico.
«Le piogge della storia» – murales per chi passeggia a Mosca
Su un muro vicino al Museo del GULag, a Mosca, è comparso un nuovo murale: i ritratti di alcuni intellettuali uccisi dal comunismo. Una forma originale di memoria, poiché appaiono solo quando piove…
Svetlana Aleksievič: Queste croci rimarranno nella memoria
А Kuropaty, durante il grande terrore furono fucilate e gettate in fosse comuni circa 200.000 persone. Oggi il sito ospita migliaia di croci piantate spontaneamente dalla gente, ed è luogo di preghiera per tutte le confessioni cristiane. Ma lo scorso 4 aprile le autorità hanno mandato i bulldozer a rimuovere le croci. Pubblichiamo l’opinione della scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič.
Il perdono azzera la memoria?
«Druganov Boris Fedorovič, 56 anni, collaboratore artistico nel museo di Istra. Fucilato il 13 luglio 1937». Sono in fila da più di tre ore in piazza Lubjanka, nel centro di […]
Riscrivere la storia
Riscrivere Sandarmoch è il titolo di un interessante reportage di Anna Jarovaja, da cui prendiamo spunto per considerare come si affronta oggi in Russia il tema della memoria storica. L’accento sull’orgoglio nazionale prevale sui fatti.
La memoria, perché?
Il fascicolo 1/2018 de «La Nuova Europa» è interamente dedicato al problema della memoria storica oggi, all’Est e all’Ovest. Perché parlare ancora della memoria? A cosa serve? E poi, di quale memoria vogliamo parlare? Perché in effetti, oggi, non si sa più neppure che cosa sia la memoria; e quando se ne parla, riferendosi in particolare alla memoria del XX secolo e dei sistemi totalitari, si riduce subito il concetto e, ad esempio, la necessità di un giudizio si confonde immediatamente con qualcosa che oggi gode di maggior fortuna: un banale giustizialismo, se non una sbrigativa e rozza giustizia sommaria, che non solo non ha bisogno di attendere prove, ma neppure ha bisogno di un normale iter giudiziario.
Offesi dalla realtà
A Ekaterinburg un parroco ortodosso sotto processo per aver paragonato Lenin a Hitler. Mentre nostalgici del comunismo e della monarchia si accapigliano, il tribunale ha prosciolto il sacerdote. Resta il malessere di una società che pensa ideologicamente.
Stella, l’ebrea salvata dai polacchi
Nel mezzo della tragedia della guerra, una ragazzina ebrea di famiglia agnostica ritrova Dio tra i contadini polacchi che la accolgono e la nascondono, salvandole la vita, a rischio della propria. La storia di Stella Zylbersztajn.
Quattro «eroi invisibili» premiati a Praga
Nei paesi dell’ex-blocco socialista sussiste il problema della memoria, innanzitutto la memoria dei due totalitarismi del XX secolo. Alcuni storici cechi hanno creato l’associazione Post Bellum che si concentra soprattutto sulla «memoria del bene».
È come ballare sui morti
Il comune di Mosca ha permesso che l’edificio dove si fucilarono migliaia di persone diventi un centro commerciale. Chi si oppone dice che cancellare la memoria dei fatti fa prosperare i miti. E il revival di Stalin lo dimostra.
Guerra della memoria in Lituania
Un libro «denuncia» uscito in Lituania ha aperto la strada a una serrata discussione sul passato storico del paese, in vista del prossimo centenario dell’indipendenza. Senza scandalismi né sensi di colpa, i lituani si chiedono chi sono.
Arsenij Roginskij. «La nostra misura è l’uomo»
Era un dissidente con la tempra del leader. Voleva ricostruire la società civile e salvare la memoria del totalitarismo in Russia. Non ha ottenuto tutto quel che sperava, ma sapeva che senza il suo contributo sarebbe stato ancor peggio.
Aperto a Butovo il Giardino della memoria
Le fosse di Butovo, fuori Mosca, custodiscono i resti di 20.762 persone fucilate sotto Stalin. A ottobre vi è stato inaugurato il «Giardino della memoria», un luogo per ricordare e perdonare. Così Mosca ospita due memoriali del terrore.
Furto con scasso negli archivi
Quarant’anni fa dei giovani dissidenti tentarono di applicare all’ambito scientifico il richiamo a «vivere senza menzogna». Ne nacquero delle raccolte storiche clandestine di enorme valore, anche metodologico.
«Ricorda…»
Il centenario della rivoluzione è stato siglato da un gesto ufficiale del governo: l’inaugurazione del memoriale alle vittime del regime sovietico. In mancanza di altre dichiarazioni dirette questo è un segno, non definitivo ma reale.
Avrei voluto chiamarli tutti per nome…
Cent’anni fa la rivoluzione d’ottobre. Come risposta a una mentalità che ancora non accetta di giudicare se fu un bene o un male, in Russia è nata e cresce la memoria del totalitarismo. Un fatto non politico che risveglia le coscienze.
Come si torna alla storia
Il sogno di dedicare un monumento alle vittime del comunismo nacque negli anni ’80, alimentato dalle speranze di molti. Il lungo tragitto si è concluso quest’anno con l’inaugurazione del «Muro del dolore» a Mosca. Ne raccontiamo la storia.
La fatica della memoria e il grande centenario
Ogni paese ha qualche zona d’ombra nel proprio passato, con cui evita di fare i conti. Ma il giudizio sul passato è la chiave di volta del futuro. Nikolaj Epple traccia il parallelo tra le «politiche della memoria» di vari paesi occidentali.
Russia, vecchi scenari e nuove proteste
Il 10 settembre ci sono state le elezioni amministrative russe, le ultime prima di quelle presidenziali a marzo. Seggi vuoti e generale disinteresse per la politica. Ma si fanno avanti nuove forze ultranazionaliste e ultraortodosse a sparigliare i giochi.
Una memoria difficile per la Lituania
Un piccolo paese che si è sempre distinto per il coraggio indomabile, l’amore alla libertà, l’attaccamento alla sua Chiesa, è chiamato oggi ad affrontare la difficile memoria dei casi di complicità nell’Olocausto. Uno «scandalo» che può purificare.
Dagli archivi segreti ucraini: il KGB e la grande carestia
Due informative del KGB sulla «propaganda occidentale» che rompeva il muro di silenzio su uno dei peggiori crimini staliniani: la carestia degli anni Trenta, che provocò milioni di morti e resta fonte di discussione e scontro politico.
Bielorussia: difendiamo i nostri morti
Kuropaty è un luogo terribile: ci riposano oltre 100mila fucilati. Ma il business post sovietico ci vuole costruire degli uffici. E i bielorussi, figli dell’ultimo regime comunista d’Europa, si oppongono. Inattesa rinascita di una società civile.
Elaborazione del lutto. I vivi e gli insepolti
Una serata al Centro Culturale di Milano ha inaugurato i lavori sul centenario della rivoluzione russa, iniziata appunto nel febbraio-marzo. O. Sedakova ha affrontato uno dei nodi profondi, la presenza incancellabile dei morti. Ecco il suo intervento.
Wallenberg, ricordate questo nome
La scomparsa del diplomatico svedese Wallenberg, salvatore degli ebrei ma arrestato dalle forze sovietiche nel 1945, resta un mistero ancor oggi. I parenti in visita a Mosca, a settembre, hanno partecipato a una tavola rotonda promossa da Memorial.
Testimoni silenziosi: Charles de Foucauld e i prigionieri del GULag
Il 1° dicembre 1916 veniva ucciso Charles de Foucauld. La sua testimonianza muta e inerme ricorda la testimonianza di alcuni credenti nel Gulag. Anche loro immersi in un mondo ostile che non lasciava spazio alla parola, ma riconosceva la misericordia.
Damnatio memoriae e ritorno alla vita
Come ogni anno, il 29 ottobre a Mosca, presso la Pietra delle Solovki, l’associazione «Memorial» ha organizzato l’azione detta «Restituzione dei nomi», memoria delle vittime delle repressioni politiche. A che scopo? Ce lo racconta la poetessa O. Sedakova.
Le avventure dei testi scritti in clandestinità
La mostra «Dalla censura e dal samizdat alla libertà di stampa», allestita presso l’Università degli Studi di Milano, è stata un’occasione per conoscere una delle modalità di espressione della grande stagione del dissenso.
Brno: dalla «marcia della morte» all’anno della riconciliazione
Un’iniziativa ceco-tedesca per la riconciliazione tra i due popoli, a 70 anni dalla «marcia della morte» di Brno. «L’indifferenza verso gli altri e verso il destino comune apre la porta al male». La testimonianza della scrittrice Kateřina Tučková.
Il silenzio di Svetlana Aleksievič e la solitudine dell’uomo
Capire l’anima dell’«uomo rosso», centro dell’opera di Svetlana Aleksievič, vuol dire trovare la chiave per capire l’uomo russo di oggi. La grande letteratura sa comporre i particolari per offrire l’intuizione dell’insieme.
Il contadino, «nemico feroce del socialismo»
L’Istituto ceco per lo studio dei regimi totalitari ha allestito, presso il Museo agrario di Praga, la mostra Rozkulačeno, «Dekulakizzato», dedicata a «50 anni di persecuzione del mondo rurale». Resterà aperta sino a fine settembre.
Bielorussia, il Meeting della frontiera
In Bielorussia il festival «Pamežža» ha unito per quattro giorni realtà diverse. È il «Meeting di Minsk», alla sua seconda edizione, che ha offerto una mostra, un incontro e alcune felici coincidenze. Nel cuore della città, ma senza dare nell’occhio.
Come far diventare la sede dei Servizi Segreti un monumento storico
Nessuna condanna morale del passato. La debolezza dell’opinione pubblica fa sì che sotto gli occhi di tutti i delitti del totalitarismo perdano ogni connotato morale. Quindi sono ripetibili.
Le miniere-lager dell’uranio socialista
Il museo-memoriale di Milín-Vojna è un esempio dei campi di lavoro coatto per l’estrazione dell’uranio inviato in URSS, attivi in Cecoslovacchia durante l’epoca comunista.
PATRIOTTISMO: E Königsberg diventò Kaliningrad
Settant’anni fa la gloriosa Königsberg diventò una città sovietica. L’anomalia storica e geografica dell’enclave russa in piena Prussia rimane ancora oggi. Nelle memorie dei «coloni sovietici» riviviamo il pathos della conquista.
PATRIOTTISMO: E se avessimo perso?
Un video diffuso per la festa del 9 maggio propone la figura di un bambino-soldato che si sacrifica per la vittoria. Scivolone retorico che offusca il vero sacrificio e ha disturbato molti russi.
Mosca: nuovi squadristi
Un attacco a colpi di vernice in faccia: in 17 anni il concorso di Memorial per gli studenti non era mai stato attaccato fisicamente. Il punto di scontro è la storia: chi ama la grandezza di Stalin e chi usa la coscienza critica. E il paese si divide.
Černobyl’: chi si ricorda?
Trent’anni da una tragedia le cui dimensioni, e le vittime, non sono ancora del tutto misurate. Ma la sua memoria non fa parte della “retorica ufficiale”. Gli ucraini provano rassegnazione o vergogna. Altri riscoprono un inatteso attaccamento.
Perché siamo prigionieri del passato?
60 anni, fa al XX congresso del Partito, Nikita Chruščëv denunciò i crimini di Stalin. Ma la destalinizzazione vera deve ancora avvenire. I perché dell’eterno ritorno dello stalinismo.
Testimone della scoperta del secolo
Il mistero dei resti della famiglia imperiale è durato oltre 70 anni. Nel 1991 il primo rinvenimento. Ma tra i corpi ne mancavano due. Sergej Čapnin era presente al loro ritrovamento nel 2007. Segno che la verità non si cancella.
Blog
Dmitrij Val’dejt, io ti ricordo
È finito il giorno più importante dell’anno, il suo cuore profondo cui tutti gli altri giorni tendono. Il cuore profondo perché la memoria non è un omaggio al passato, ma […]
Un corridoio… e la memoria del male
Il Museo del genocidio lituano è stato visitato da papa Francesco assieme a monsignor Tamkevičius che qui fu prigioniero. La visita del Museo è un’esperienza forte, un percorso di crescita.
La Giornata della memoria, e le altrui colpe
La memoria, quella vera e non sentimentale, ci deve trovare vulnerabili al dolore degli altri
Ricordiamo quando ci venivano a prendere…
Fra pochi giorni sarà il 29 ottobre. Troviamoci al solito posto, presso la pietra delle Solovki. Leggeremo un lunghissimo elenco commemorativo, lungo quanto un’intera giornata, e ciò nonostante citeremo solo […]
Dedicato a tutti i fustigatori
Penso che ricordare, richiamare dal non essere le vittime sia molto più importante che esecrare i carnefici. Il carnefice, il delatore, il traditore sono già castigati da quello che hanno […]
Che ne facciamo del vecchio «Credere obbedire combattere»?
Che ne è della memoria? Che ce ne facciamo? Come la usiamo? E già in questa serie di domande si pone un problema radicale: la domanda accorata e bruciante che […]