28 Aprile 2016
Mosca: nuovi squadristi
Un attacco a colpi di vernice in faccia: in 17 anni il concorso di Memorial per gli studenti non era mai stato attaccato fisicamente. Il punto di scontro è la storia: chi ama la grandezza di Stalin e chi usa la coscienza critica. E il paese si divide.
Mosca: la mattina del 28 aprile, un gruppo di «patrioti» col nastro di San Giorgio ha inscenato un’azione di disturbo davanti alla Casa del Cinema, dove si teneva la premiazione del concorso nazionale per le scuole «L’uomo nella storia. Russia – XX secolo».
Il loro gesto dimostrativo è consistito nel lancio di uova, di ammoniaca e di vernice verde, spruzzata in faccia a Ljudmila Ulickaja, scrittrice e presidente della giuria del concorso. Il tutto per sottolineare con gesti di un simbolismo inquietante, il contenuto dei cartelli inalberati da alcuni dimostranti: «Basta falsificare la storia».
Lo slogan è davvero curioso: l’Associazione Memorial, che da 17 anni organizza questo concorso per le scuole superiori di tutto il paese, è nata e si prodiga esattamente per dissotterrare la verità storica, per vagliare gli archivi, per fissare le voci degli ultimi testimoni oculari del terrore. Nei suoi archivi sono conservati materiali storici inestimabili: lettere dai lager, diari inediti, fotografie, documenti ufficiali. E, cosa più inestimabile di tutte, sta ricostruendo gli elenchi dei nomi delle vittime, sono 3 milioni per ora, perché la morte di tanti innocenti non vada definitivamente cancellata, come se niente fosse accaduto.
Tutto questo patrimonio è a disposizione di chiunque voglia studiarlo o semplicemente prenderne atto. Ma è questa storia che i giovani patrioti vogliono scuotersi di dosso con i loro slogan imparati a memoria. Non vogliono sapere veramente ma solo bandire e tappare la bocca. La violenza e il disprezzo di questo patriottismo aggressivo e pericoloso stanno dilaniando il paese e infiammando i toni della polemica. Appena si è sparsa la notizia, facebook e twitter si sono riempiti di commenti astiosi, da una parte e dall’altra: «Approvo in pieno l’azione. L’Ulickaja è una vecchia megera russofoba, bisogna farle capire qual è il suo posto». «Dobbiamo organizzare dei gruppi di reazione contro questi fottuti nazionalisti».
Tanti sono convinti che oggi esistano due Russie. Il fatto che per molti questa frattura sia ormai insanabile è il primo presupposto per approfondire ulteriormente il fossato e per togliere lucidità e speranza a chi vuole ricostruire un tessuto sociale vivibile, nella fiducia, nella pace e nella verità. Siamo alla vigilia del 9 maggio, Festa della vittoria per la Russia, e sempre più si cerca di far passare questo sciovinismo per patriottismo autentico.
Ma la risposta allo squadrismo di certe azioni e allo scoramento da cui sono presi molti cittadini si trova nei fatti. Non è vero che la frattura è insanabile e che non ci sono vie d’uscita. Il concorso organizzato da Memorial, cui hanno partecipato quest’anno circa 2000 studenti di 28 regioni, con 1600 lavori, è fatto per offrire ai giovani l’occasione di entrare negli archivi locali, di intervistare i testimoni, leggere i vecchi giornali, cercare edifici e monumenti dimenticati, scoprire fatti ancora sconosciuti, nuovi documenti sepolti, ricostruire la storia della propria famiglia, del proprio paese. Niente di politico, solo storia.
L’unico criterio di lavoro proposto da Memorial è condensato nel titolo stesso del concorso: «L’uomo nella storia», ossia: nell’immane tragedia del totalitarismo, con i suoi milioni di vittime e di carnefici, si indica ai ragazzi di cercare sempre l’uomo, la persona. Professando la certezza, sottintesa dal titolo stesso, che l’uomo esisteva anche allora, anche negli ultimi gironi dell’inferno.
Questa posizione è il gesto più patriottico che ci sia, il miglior tributo di stima che si possa pagare al popolo russo.
Anna Kondratova
Moscovita, laureata in sociologia. Ha seguito da vicino lo sviluppo del movimento d’opposizione in Russia. Giornalista e saggista.
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