1 Ottobre 2021
A Cannes Loznica rompe il silenzio su Babij Jar
All’inizio della seconda Guerra mondiale, i nazisti che avevano occupato Kiev fucilarono 33 mila ebrei, dei 50 mila rimasti in città. Dell’olocausto di Babij Jar il mondo ha saputo poco o nulla. Per questo Sergej Loznica sognava di girare un film e rompere il silenzio.
Sergej Loznica confessa che il tema di Babij Jar lo ha assillato per tutta la vita, sin dall’infanzia che ha trascorso a Kiev. Da bambino attraversava tutti i giorni il terreno dove un tempo furono spezzate le vite di 33.000 ebrei, uccisi dai tedeschi nel settembre del 1941. Della storia di questo luogo si è preferito non parlare. Loznica vuole porre fine una volta per tutte alla congiura del silenzio che da tempo ormai non ha più alcun senso (in Unione Sovietica questa tragedia non veniva mai menzionata), eppure agisce tutt’ora sulle menti come un maleficio: parlarne ormai si può, ma è ancora troppo angoscioso.
Per lunghi anni il regista ha accarezzato l’idea di creare su questo argomento una fiction, evidentemente troppo costosa e complicata. Alla vigilia della pandemia la sua realizzazione sembrava vicina, ma poi è stata di nuovo rimandata.
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Anton Dolin
Anton Dolin è giornalista, critico cinematografico, conduttore radiofonico e direttore della rivista “Iskusstvo kino” (L’arte del cinema).
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