29 Ottobre 2020
Ricordare online si può. L’edizione 2020 della “Restituzione dei nomi”
Quest’anno si svolge in modalità online la tradizionale iniziativa di Memorial “Restituzione dei nomi”.
In quest’anno di pandemia, tra i numerosi eventi a cui collegarsi online, da condividere su facebook, twitter, instagram, a cui mettere “mi piace” o lasciare un commento, si fa spazio anche quello organizzato annualmente dall’Associazione Memorial di Mosca: la cosiddetta “Restituzione dei nomi”, Vozvraščenie imen, giunta ormai alla sua quattordicesima edizione.
Dal 2007 infatti Memorial, ogni 29 ottobre, organizza in Piazza della Lubjanka, davanti al masso proveniente dal lager delle isole Solovki, un’azione civile che consiste nella lettura pubblica dei nomi delle vittime delle repressioni politiche a Mosca, avvenute durante il Grande Terrore.
La scelta del giorno non è casuale: nel 1974 alcuni prigionieri politici dei lager di Perm’ e della Mordovia dichiarano in modo informale il 30 ottobre giornata del detenuto politico, e nel 1991, dopo il disfacimento dell’URSS, il Soviet Supremo russo approva l’iniziativa, inserendola nel calendario ufficiale come giornata nazionale delle vittime delle repressioni politiche. La “Restituzione dei nomi” organizzata da Memorial ha luogo proprio alla vigilia di questa ricorrenza.
Fino ad ora, per l’intera giornata, dalle 10 alle 22, uno dopo l’altro, ogni partecipante «restituiva» al microfono il contenuto di un foglio di carta: un nome, e pochi dati delle vittime delle repressioni totalitarie – età, professione, data di esecuzione. A detta di Memorial, l’intento della commemorazione non è contare il numero esatto degli uccisi, ma «chiamare per nome» migliaia di uomini e donne scomparsi senza lasciare traccia, strappare alla forza bruta della violenza cieca la concretezza di vite, di esistenze fatte di tempi e luoghi puntuali.
«Qui invece succede proprio questo: vengono restituiti dall’oblio, si sconfigge la morte seconda, si attua una sorta di resurrezione. Infatti le persone che ricordiamo in piazza Lubjanka sono state uccise due volte. La prima fisicamente, e subito dopo è stata uccisa la loro stessa memoria»:
con queste parole la poetessa Ol’ga Sedakova raccontava la sua partecipazione alla giornata della «Restituzione dei nomi», ed è proprio in quest’ottica che l’Associazione Memorial negli anni ha realizzato l’ambizioso progetto di un database che raccoglie i nomi di quasi 3 milioni di vittime.
A causa del Covid, quest’anno l’iniziativa cambia il suo format e, in qualche modo, si fa più prossima a ognuno di noi. L’edizione 2020 della «Restituzione dei nomi» bussa più decisa alla porta di ciascuno, poiché partecipare online, da qualunque luogo del mondo e con qualunque dispositivo dotato di internet, diventa per tutti un invito con cui confrontarsi.
Inoltre, Memorial offre la possibilità di aderire alla proposta secondo modalità diverse: registrando in anticipo la lettura dei nomi in un video della durata di 2-3 minuti da inviare all’indirizzo e-mail october29@memo.ru indicando la città e la data, pubblicando autonomamente il proprio filmato sulla pagina facebook dell’evento e nei social con il tag #ВозвращениеИмен, o ancora prendendo parte alle iniziative in presenza organizzate in diverse giornate e città come Berlino, Strasburgo, Parigi, Varsavia, New York.
Continua Sedakova:
«L’unità vera, misteriosa, è quella che si prova qui, in piazza Lubjanka, mentre si fa la fila con chi è venuto a leggere i nomi degli uccisi. Questo lega le persone per davvero. È un’unità in cui ci sono amore reciproco, fiducia reciproca, rispetto reciproco. Sentiamo che stiamo facendo la stessa cosa».
Se da una parte la modalità virtuale 2020 impedisce l’immediata percezione di questa unità, e le circostanze rendono difficoltoso il radunarsi visibile e tangibile della gente, la storia recente ricorda come uomini e donne in URSS non abbiano aspettato il mutare delle circostanze per farsi responsabili del loro passato e del loro presente. «Capivamo che sarebbero passate due generazioni e la memoria del presente avrebbe potuto scomparire. Era un sentimento morale di responsabilità nei confronti del proprio paese», ha affermato Arsenij Roginskij, ex-presidente di Memorial, ricordando le attività degli anni ’70 in un’intervista del 2003.
Una responsabilità che oggi ci interpella a un livello diverso, ma non meno reale. Quell’unità di cui parla la Sedakova quest’anno permane innanzitutto come intenzione, e desiderio insopprimibile del proprio cuore e la sfida di questa unità sembra inscindibile da quella della memoria: l’unità col proprio passato e col proprio presente, l’unità con se stessi e con gli altri richiedono inevitabilmente un lavoro sulla memoria. Un’occasione come quella proposta da Memorial può allora aiutare in questo senso, facendosi incontro fra memoria collettiva e personale, perché è con il mio nome e con la mia storia che getto luce – anche solo qualche fioco bagliore – su altri nomi, altre storie. E se per un verso la modalità online costringe l’iniziativa a un non-luogo quale il web, per l’altro i luoghi si moltiplicano se si pensa alle centinaia o migliaia di nazionalità e provenienze dei partecipanti, uniti da una rete che mostra tutta la forza di una nuova capillarità. A contare ancora una volta non è però l’aridità delle cifre, ma l’invito a un’iniziativa che interpella la persona e la sua libertà.
Il 29 ottobre dalle ore 10 alle ore 22, è stato possibile seguire la trasmissione generale sulla pagina principale del sito october29.ru, e perché no, vedere passare fra gli altri anche il proprio video. Oltre a fornire indicazioni per ottenere tre nomi da leggere – è sufficiente inserire il proprio indirizzo di posta elettronica in un’apposita form –, per chi vive nei pressi di Mosca il sito dell’Associazione Memorial mette a disposizione una topografia del Terrore (fatta di monumenti, prigioni, luoghi di esecuzione o di protesta) e una lista di «ultimi indirizzi» (le case da cui sono stati arrestati uomini e donne, poi uccisi), dove recarsi autonomamente – se lo si desidera – per portare fiori o candele, e così concludere il gesto iniziato con la lettura.
Parallelamente all’iniziativa di Memorial, sempre online, mediante il canale YouTube del forum «Imejuščie nadeždu», il 30 ottobre si svolgerà anche l’azione «Preghiera della Memoria», organizzata dalla Chiesa ortodossa. La consueta lettura dei nomi sarà intervallata da preghiere di pentimento e commemorazione, e da performance musicali, teatrali e poetiche di personaggi famosi, attori, scrittori, registi e poeti.
Iniziative insomma che vogliono richiamarci una volta di più – anche se con nuove vesti – all’impegno per la memoria, base per la costruzione di una società democratica e per la difesa odierna dei diritti dell’uomo, e richiamarci alla responsabilità per tutto e per tutti In fondo, noi per primi abbiamo bisogno di qualcuno che non smette di chiamarci per nome, di restituirci il nostro volto e la nostra voce. «Se non fosse per la coda alla pietra delle Solovki, – scrive infine Ol’ga Sedakova – penserei che vivo tra estranei. Non dico buoni o cattivi. Solo estranei. Invece qui c’è il mio popolo, la mia patria, la mia fede. E la speranza».
Carlotta Dorigo
Nata a Portogruaro (VE) nel 1994, nel marzo 2019 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze filosofiche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, discutendo una tesi sulle implicazioni etiche e religiose del pensiero politico di Robespierre.
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