Archivio Articoli

La riconciliazione tedesco-polacca: un esempio per l’oggi
Nel 1973, a quasi 30 anni dalla fine della guerra, alcuni cattolici tedeschi fondarono l’Opera Maximilian Kolbe per avviare un processo di riconciliazione con le vittime polacche dei campi di concentramento nazisti. Un’iniziativa partita dal basso, scomoda per entrambi i paesi, ma che porta ancora frutti. Un esempio da tener presente.

Caso Skočilenko: 7 anni di carcere per cinque adesivi
Il 16 novembre a San Pietroburgo è stata condannata a 7 anni di carcere l’artista Aleksandra Skočilenko: aveva sostituito alcuni segnaprezzi di un supermercato con adesivi che riportavano notizie sulle azioni di guerra russe in Ucraina.

Lo schiaffo del silenzio
La roccia della cultura russa non esiste più. Šiškin, nel suo pessimismo, lancia una domanda bruciante ai suoi compatrioti: come uscire dal silenzio colpevole? Solo una parola libera ci salverà.

Naval’nyj: la solidarietà non è un optional
Nelle prigioni russe esiste la «cella di isolamento punitivo», dove il detenuto non può ricevere visite, telefonare, avere prodotti alimentari o indumenti propri, ricevere pacchi né corrispondenza. Per legge al massimo il detenuto può restarvi 15 giorni, ma c’è chi oggi vi resta continuativamente. Che un detenuto ne difenda un altro è un grande segno di solidarietà. La lettera di Aleksej Naval’nyj.

Il fondatore di Yandex: «Io corresponsabile, ma sono contro la guerra»
Arkadij Volož, ex-CEO del colosso informatico russo, ha diffuso una dichiarazione in cui, ammettendo i propri errori, prende posizione esplicita contro la guerra e afferma di voler aiutare i giovani talenti che come lui preferiscono abbandonare il paese.

La Russia deve scegliere tra fato e libertà
Presente al Meeting di Rimini 2023, lo scrittore russo ci ha raccontato del peccato originale che vede nella storia russa, e della forza morale dei tanti che resistono non per abbattere il sistema, ma per affermare la propria dignità. (Nostra intervista).

Jašin: Ringrazio l’Ucraina, ma resto qui
Il 29 agosto l’Ucraina ha proposto di scambiare soldati russi catturati con prigionieri di coscienza detenuti in Russia. Un gesto di umanità che sconfigge la guerra. Il’ja Jašin, esponente della resistenza antiputiniana, ha fatto sapere dalla prigione che ringrazia ma vuole restare per «ricostruire la casa».

Tortura in Russia. La violenza come premessa alla guerra
Nonostante la legge russa la vieti, la tortura è di uso corrente nelle carceri o durante le istruttorie. Un documentario di Jurij Dud’ dell’autunno 2021 mostra quanto questa pratica abbia deformato la coscienza civile. «Un paese che non rispetta i diritti dei propri cittadini non rispetterà i diritti dei propri vicini», aveva detto Andrej Sacharov. L’invasione dell’Ucraina è stata preparata anche dalla violenza civile.

Abbiamo ancora un volto?
Arrivati sull’orlo della guerra civile i russi non abbozzano reazioni, perché? Troppo a lungo si è giocato con le menzogne, ora non resta che l’apatia. Ma la speranza è più forte anche di questa devastazione.

Oleg Orlov: restare in Russia fa parte del mio lavoro
Oleg Orlov, co-presidente di Memorial, è sotto processo per essersi espresso contro l’aggressione russa all’Ucraina. Diversamente da altri attivisti, ha scelto di rimanere in patria, perché «è importante che giunga una voce dalla Russia».

A Novosibirsk il sindaco lo sceglie Mosca
Abolita l’elezione diretta del sindaco, ma i «liberi siberiani» oppongono qualche resistenza. Sono tracce di democrazia dure a morire, che potrebbero diventare un punto di ripartenza…

Conoscete le leggi della propaganda?
Strumento universale dei regimi, la propaganda è stata affinata soprattutto dai totalitarismi. Il giornalista russo Jakovlev, editore di «Kommersant», ricorda che all’università insegnavano a manipolare la mente dei nemici. Tecniche impiegate oggi contro la popolazione.

Russia, un abbraccio per la pace
Un’iniziativa sorta spontaneamente tra alcuni cittadini russi: scambiare pubblicamente un abbraccio con coloro che sono a favore della pace. Ma anche per un abbraccio oggi si può essere arrestati.

Kara-Murza: la Russia sarà libera, ditelo a tutti!
Uno degli ultimi politici dell’opposizione rimasti in Russia è stato condannato a una pena «staliniana» – 25 anni – per aver criticato la guerra. Al processo ha detto parole di speranza. Un russo che ama il suo paese nonostante tutto, e offre ai compatrioti lo spazio per il pentimento.

Sconfiggere il drago non basta
Da Charkiv gli attivisti del Gruppo per la difesa dei diritti umani diffondono un bollettino in cui raccontano le iniziative russe contro l’invasione, convinti della necessità di un sostegno reciproco. Amano l’Ucraina ma non fanno sconti al governo, e operano perché l’odio non si radichi nelle giovani generazioni. Intervista al direttore Zacharov.

Memorial vive (ma cercano di farla fuori)
All’alba del 21 marzo a Mosca le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nelle abitazioni di alcuni membri di Memorial. Un’operazione lampo che forse voleva essere un rendimento di conti finale con l’organizzazione.

La Moldova in bilico
Un vecchio sistema che funziona sempre: destabilizzare per dominare. Propaganda e agenti provocatori sono armi politiche efficacissime che la Russia impiega nei paesi confinanti e in Europa. Cosa è successo in Moldova.

La mensa per i poveri di nonna Irina
In Siberia una pensionata, malata di cancro, ha trasformato il suo bar ristorante in una mensa per i poveri e le famiglie in difficoltà. Decine di pasti al giorno in una delle regioni più inospitali della Russia. Contando sull’aiuto dei volontari, perché «sono di più le persone buone che quelle cattive».

Il premio Nobel dalla prigione invoca la riconciliazione nazionale
Il dissidente bielorusso Ales’ Bjaljacki, nonostante abbia ricevuto il Nobel, è stato condannato a dieci anni di detenzione. In aula ha lanciato un drammatico appello a tutti i bielorussi, perché le parti trovino nella collaborazione la via per salvare il paese dal disastro.

Perché Dio permette tutto questo?
Ad Andrej Desnickij, biblista e pubblicista, è stata posta una domanda che lui ha rilanciato su fb: «La fede oggi è in grado di aiutarci a vivere questo nostro tempo? Se sì, come e perché?». Ne è nato un ampio dialogo, in cui si incrociano concezioni molto diverse.
FONDAZIONE RUSSIA CRISTIANA
Russia Cristiana è stata fondata nel 1957 da padre Romano Scalfi allo scopo di far conoscere in Occidente le ricchezze della tradizione spirituale, culturale e liturgica dell’ortodossia russa; di favorire il dialogo ecumenico attraverso il contatto fra esperienze vive; di contribuire alla presenza cristiana in Russia. Questi obiettivi sono stati perseguiti con strumenti diversi durante il regime sovietico, durante la perestrojka, e nel nuovo contesto sociale ed economico del post comunismo, segnato dai postumi dell’ateismo militante e dalle forti suggestioni del consumismo.
SOSTIENICI
Aiutaci a sostenere l’opera di Russia Cristiana con una donazione. Negli anni Russia Cristiana si è configurata secondo i diversi ambiti: dal punto di vista ecclesiale è un’Associazione pubblica di fedeli. Per l’attività culturale e scientifica è Fondazione Russia Cristiana.
LEGGI TUTTO