14 Luglio 2023
Tortura in Russia. La violenza come premessa alla guerra
Nonostante la legge russa la vieti, la tortura è di uso corrente nelle carceri o durante le istruttorie. Un documentario di Jurij Dud’ dell’autunno 2021 mostra quanto questa pratica abbia deformato la coscienza civile. «Un paese che non rispetta i diritti dei propri cittadini non rispetterà i diritti dei propri vicini», aveva detto Andrej Sacharov. L’invasione dell’Ucraina è stata preparata anche dalla violenza civile.
Regione di Nižnij Novgorod, autunno 2021: uno scenario lugubre fa da sfondo al documentario di Jurij Dud’ Torture in Russia, uno degli ultimi girati in patria dal famoso blogger e giornalista. Sotto un cielo plumbeo, lungo un sentiero fangoso costeggiato da izbe fatiscenti, camminano due uomini: lo stesso Dud’ e Igor’ Kaljapin, fondatore del Comitato contro le torture.
Il reportage di Dud’ prende le mosse da un video-shock apparso poco tempo prima in rete, alla cui origine c’è Sergej Savel’ev, un ragazzo arrestato nel 2013 per reati di droga e condannato a otto anni da scontare nella prigione di Saratov. Siccome è un tipo affidabile e un buon informatico, la direzione gli affida il compito di cancellare o inoltrare ad altri uffici i numerosi video delle torture e violenze sessuali avvenute nel carcere. Sergej si assume il rischio di salvare i documenti su una chiavetta, che al momento del rilascio passa fortunosamente agli attivisti di Gulagu.net, progetto diretto da Vladimir Osečkin che raccoglie testimonianze sulle violazioni dei diritti umani. Poco dopo Savel’ev fugge in Francia, dove chiede asilo.
(foto d’apertura: Gulagu Net, youtube)
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Anna Kondratova
Moscovita, laureata in sociologia. Ha seguito da vicino lo sviluppo del movimento d’opposizione in Russia. Giornalista e saggista.
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