30 Ottobre 2023
Lo schiaffo del silenzio
La roccia della cultura russa non esiste più. Šiškin, nel suo pessimismo, lancia una domanda bruciante ai suoi compatrioti: come uscire dal silenzio colpevole? Solo una parola libera ci salverà.
Dopo il 24 febbraio solo singoli isolati sono usciti a protestare. Dove si trovano ora queste persone splendide e disperate, che sono scese in strada per difendere di persona la dignità del loro popolo e del loro paese? In prigione, o scappate. Il popolo sta zitto. Da generazioni la strategia di sopravvivenza è il silenzio. Gli esperti occidentali di Russia l’hanno attribuito alla paura.
Poi è stata indetta la mobilitazione e il mondo è rimasto attonito davanti allo spettacolo di centinaia di migliaia di russi che sono andati obbedienti alla guerra, a uccidere gli ucraini e ad essere uccisi. Questo non ha più niente a che fare con la strategia di sopravvivenza. È più profondo e spaventoso.
(immagine d’apertura: senya zhukavin, unsplash)
La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.
Mikhail Shishkin
Nato a Mosca nel 1961, dopo la laurea all’Istituto Pedagogico (tedesco, inglese), ha lavorato come operaio, giornalista, insegnante e traduttore. Dal 1995 vive in Svizzera con la famiglia. È spesso ospite di università e fondazioni culturali in Europa e negli Stati Uniti, e ha al suo attivo numerosi interventi sui media internazionali. È considerato uno dei maggiori scrittori russi contemporanei (National Bestseller Prize, Grinzane Cavour, Premio Strega europeo).
LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI