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Kuropaty: la memoria salva anche noi
A Kuropaty, bosco nei pressi di Minsk, migliaia di croci ricordano le vittime delle fucilazioni di massa dell’NKVD negli anni ’30. Mentre il governo cerca di obliterare questa storia, cancellando i segni sul territorio, c’è chi silenziosamente continua a farvi visita, per proteggere il proprio passato e difendere la propria dignità umana.
La libertà non è un optional
Il romanzo amaro di un figlio della Bielorussia dimenticato ed espulso come un corpo estraneo dalla famiglia e dal suo paese.
Bielorussia: 30 anni di regime ma il dissenso vive
I 30 anni di regime di Lukašenko sono stati caratterizzati da una deriva autoritaria sempre più brutale e capillare. Ciononostante, numerosi cittadini hanno dimostrato negli ultimi anni di volersi impegnare in prima persona per un cambiamento, pagando con il carcere.
Bielorussia: il bastone e la carota nei confronti delle Chiese
Lo chiamano «approccio moderno» il nuovo emendamento alla legge sulle organizzazioni religiose che rispecchia la vecchia diffidenza sovietica nei confronti delle Chiese. In un crescente clima intimidatorio nei confronti di pastori e fedeli considerati «estremisti».
Artemij di Grodno: Fratelli, tenete duro!
La morte dell’arcivescovo bielorusso Artemij di Grodno ci ripropone la testimonianza di un pastore amante della verità e ostile al compromesso. Deposto per motivi politici, aveva impugnato l’arma della preghiera.
Il premio Nobel dalla prigione invoca la riconciliazione nazionale
Il dissidente bielorusso Ales’ Bjaljacki, nonostante abbia ricevuto il Nobel, è stato condannato a dieci anni di detenzione. In aula ha lanciato un drammatico appello a tutti i bielorussi, perché le parti trovino nella collaborazione la via per salvare il paese dal disastro.
Il Nobel a Bjaljacki premia la resistenza bielorussa
L’amore per la tradizione nazionale bielorussa l’ha portato ad impegnarsi in prima linea per il rispetto dei diritti umani. Per questo il premio Nobel per la pace Ales’ Bjaljacki ha fondato il Centro Vjasna. Una spina nel fianco per il regime di Minsk.
Bielorussia: la resistenza di Marija Kolesnikova
Il Nobel per la pace al prigioniero di coscienza bielorusso Bjaliackij ha riportato all’attenzione la lotta del popolo bielorusso per la democrazia, culminata con le imponenti manifestazioni del 2020 contro i brogli elettorali e soffocata brutalmente dal regime. Tra gli oppositori, che continuano la loro battaglia in carcere, c’è anche la musicista Marija Kolesnikova. Nostra intervista alla sorella Tat’jana Chomič.
7 ottobre: il giorno del Nobel è la nostra festa
Cosa può cambiare l’assegnazione del Nobel in una situazione geopolitica devastante? E cosa cambia il digiuno dei cristiani? Eppure molti credono che la coscienza civile e lo spirito umano possano cambiare il mondo. Alcuni commenti al Nobel.
Saša Filipenko, tra memorialistica e contemporaneità
Nei libri del giovane scrittore bielorusso Saša Filipenko la ricostruzione documentaria del passato fa da sfondo alle vicende dei personaggi, e si intreccia ai fatti della storia bielorussa più recente. Ne scaturiscono domande brucianti sull’oggi e sulla prospettiva futura, ma anche sulla condizione umana di sempre.
Aleksievič: guardiamo in faccia il dramma in corso
Quattro donne, premi Nobel per la letteratura, hanno inviato un appello ai vertici della UE in difesa dei migranti e del popolo bielorusso: un forte richiamo alla coscienza degli europei. Tra loro Svetlana Aleksievič, che ha spiegato a una giornalista come vede la situazione.
32 afghani e 38 milioni di polacchi
Il gruppo di profughi afghani respinto da tutti al confine tra Polonia e Bielorussia è solo l’episodio più eclatante dell’escalation migratoria dell’estate in Europa orientale. Come trovare un equilibrio tra la prassi politica e l’accoglienza in nome della dignità umana?
Kolesnikova, l’orfano e la vedova…
Di fronte alle innumerevoli crisi, alzare le difese o lasciarsi ferire?
Minsk usa la bomba umanitaria contro l’Europa
La Bielorussia sferra una guerra ibrida contro l’Europa: incanala i flussi migratori verso la Lituania per far scoppiare la bomba umanitaria. Il tentativo di destabilizzare il paese ha messo alla prova la società civile, la Chiesa e la politica. Occasione di ripensare ai propri valori fondanti.
Bielorussia: due vescovi cacciati, ma due veri pastori
Nella Bielorussia preda di paura e depressione, due vescovi ortodossi hanno mostrato come si fa a vivere nella verità. Sono stati entrambi deposti ma il loro esempio resta, a fronte di una struttura ecclesiastica invischiata nelle logiche di potere.
Bielorussia: violenza senza più ideologia
Per una notizia dalla Bielorussia che scuote il mondo – come il dirottamento del volo Ryanair per rapire un giornalista – ce ne sono tante altre non meno inquietanti e anche tragiche che passano inosservate. Cosa resta della protesta.
Tolkien e la non violenza
C’è un modo traslato per parlare di temi scottanti e proibiti. Il giovane antropologo bielorusso Andrej Strocev, attraverso l’opera di Tolkien, riflette su guerra e non violenza, questione molto attuale nel suo paese. E conclude che il male non si vince con la forza.
Bielorussia: la «congiura» del professor Feduta
Il capo del KGB bielorusso, Ivan Tertel’ ha comunicato che il filologo e critico letterario Aleksandr Feduta e l’avvocato Jurij Zenkovič stavano preparando un attentato a Lukašenko e un putsch militare col sostegno dei servizi americani. L’operazione antiterroristica si è conclusa con l’arresto dei due a Mosca, grazie all’aiuto dell’FSB.
Bielorussia: il declino e la tenacia
Le proteste sono finite ora è il tempo della vendetta del regime. Processi, perquisizioni, licenziamenti. Ma funziona la controinformazione e cresce la nuova opinione pubblica. La lettera di Filipenko.
Il cuore dell’uomo e la storia: in memoria di Filaret di Minsk
Un altro padre, un altro amico ha varcato la grande soglia. L’ex metropolita di Minsk Filaret Vachromeev, spentosi il 12 gennaio a 85 anni, oltre ad essere stato uno dei protagonisti della vita ecclesiale nell’ortodossia russa, ha avuto un posto importante nella vita di Russia Cristiana.
Bielorussia, a che punto è la notte?
La gente scende in piazza da quattro mesi, la repressione brutale non è riuscita a fermarla. «Che c’è di nuovo?», hanno chiesto al poeta Dmitrij Strocev. «Il popolo», ha risposto.
Lettera ai cristiani bielorussi
Sacerdoti e laici della Chiesa ortodossa russa e di altre Chiese locali, cattolici e cristiani di altre confessioni, il 25 novembre hanno scritto una lettera per esprimere solidarietà e vicinanza ai cristiani della Bielorussia. Lettera che in ventiquattrore ha raccolto oltre un migliaio di firme.
Quello di Minsk non è solo un carnevale
Mentre a Minsk la polizia arresta 1000 dimostranti al giorno, i sociologi esaminano la natura delle molteplici manifestazioni, e ci leggono molti segnali extra politici. È un importante tentativo di uscire psicologicamente e culturalmente dallo spazio ex sovietico. E come sempre, c’è chi ha paura del cambiamento…
Serata online per il poeta Dmitrij Strocev
L’iniziativa «Poesie di Dmitrij Strocev per Dmitrij Strocev» si svolgerà online il 2 novembre, con inizio alle 18. Il poeta bielorusso è stato condannato a 13 giorni di carcere per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata.
Le proteste di Chabarovsk e il diritto di scegliere
Una città nell’Estremo Oriente russo è diventata la bandiera dell’autonomia locale. Tutti parlano di Chabarovsk come di un esempio che scuote lo spazio post-sovietico.
“Basta con le ansie di un tempo” • poesie
Dato che il nome del poeta bielorusso – condannato a 13 giorni di carcere per manifestazione non autorizzata – è venuto in primo piano, ne approfittiamo per pubblicare alcune sue poesie per conoscerlo meglio: questo è il potere dei senza potere. Buona lettura…
Dmitrij Strocev arrestato
Il poeta stava andando al lavoro… Giorni fa aveva scritto: “Una voce interiore mi dice che non sei bielorusso se non sei stato dentro”.
In Bielorussia siamo andati oltre la protesta
Parla un poeta bielorusso che sta vivendo assieme ai suoi compatrioti una grande speranza di rinnovamento. La forza della non violenza ha trascinato la nazione, e iniziato qualche cambiamento…
Anche la Chiesa scende in piazza?
Dopo le elezioni del 9 agosto in Bielorussia, si assiste non semplicemente a un’inedita opposizione di massa ma a un cambiamento del paese. In questo movimento anche le Chiese sono presenti, in vari modi. I cattolici in prima linea.
Bielorussia chiama – Russia risponde
Il Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa nato il 19 agosto non esiste più. È stato smantellato dalle forze di polizia. L’unica che resta a piede libero è la Nobel Svetlana Aleksievič (pure lei interrogata dalla polizia), troppo famosa per essere colpita. In questa emergenza la scrittrice ha lanciato un drammatico appello. E subito sono arrivate delle risposte…
Bielorussia: nasce la piattaforma civica per il dialogo con il potere
Non è una riedizione del Majdan, ci tengono a precisare i bielorussi, ma resta il problema di come dare efficacia a una volontà popolare veramente corale. Ci prova per ora un Consiglio di coordinamento delle forze d’opposizione.
È una questione di lingua
A nostra insaputa si sta erodendo il rapporto univoco tra le parole e la realtà. Ma se svapora il senso del nostro parlare svaniscono anche l’organizzazione del pensiero e la capacità di formulare giudizi.
Un popolo che si dà la mano
Il post-elezioni in Bielorussia ha portato alla ribalta un popolo che da decenni non si faceva sentire, acquiescente e demoralizzato. Oggi, davanti a un presidente che da macchietta si è mostrato cinico aguzzino, per i bielorussi è venuto il momento della dignità.
L’Assunzione di Maria e la Bielorussia
La vicenda umana della Vergine Maria ci ricorda che non possiamo esimerci dal partecipare ai contrasti della storia, ma neppure possiamo cedere all’odio.
Bielorussia, stabile come un vulcano
Le elezioni presidenziali bielorusse sembrano scontate, dopo 26 anni di governo Lukašenko. Ma i cambiamenti sono già in atto. Lo dice la moltitudine di iniziative di base, di proteste e manifestazioni; lo dice il grande numero di osservatori volontari ai seggi. Non è poco per un paese che sembrava ancorato al passato sovietico. L’opinione pubblica si è svegliata.
Le croci scomode di Kuropaty
Agendo secondo la tipica mentalità sovietica, le autorità bielorusse si sono dimostrate ancora una volta incapaci di dialogare con la società civile, come nel caso della maldestra rimozione delle croci dal bosco-memoriale di Kuropaty, che tanto ha ferito i cittadini più sensibili al problema della memoria storica.
Svetlana Aleksievič: Queste croci rimarranno nella memoria
А Kuropaty, durante il grande terrore furono fucilate e gettate in fosse comuni circa 200.000 persone. Oggi il sito ospita migliaia di croci piantate spontaneamente dalla gente, ed è luogo di preghiera per tutte le confessioni cristiane. Ma lo scorso 4 aprile le autorità hanno mandato i bulldozer a rimuovere le croci. Pubblichiamo l’opinione della scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič.
I volti della Chiesa
La Scuola iconografica di Seriate ha partecipato alla mostra «Santi della Chiesa indivisa» con alcune icone di santi occidentali del primo millennio. Un’occasione di incontro ecumenico e culturale, oltre che artistico.
Cosa sta succedendo in Bielorussia?
L’ondata di proteste in Bielorussia, questa primavera, ha una novità rispetto alle precedenti: il carattere trasversale e l’attenzione a dignità e solidarietà. Siamo di fronte a un’inedita stagione di proteste popolari in Europa. Un fatto da interpretare.
Bielorussia: difendiamo i nostri morti
Kuropaty è un luogo terribile: ci riposano oltre 100mila fucilati. Ma il business post sovietico ci vuole costruire degli uffici. E i bielorussi, figli dell’ultimo regime comunista d’Europa, si oppongono. Inattesa rinascita di una società civile.
Gli islamici a Minsk, una storia di integrazione
I tatari islamici si sono insediati in Bielorussia 600 anni fa, trovandovi difesa e riconoscimento. Ora sono parte integrante della società, profondamente assimilati ma pur sempre fedeli all’islam moderato.
Una chiesa che unisce e una che divide
Il tentativo di resuscitare la bellezza del cristianesimo di un tempo ha successo solo se la riconquistiamo percorrendo strade nuove. Le imitazioni non servono a niente. Come dimostra la triste storia della Santa Sofia di Polock.
Bielorussia, il Meeting della frontiera
In Bielorussia il festival «Pamežža» ha unito per quattro giorni realtà diverse. È il «Meeting di Minsk», alla sua seconda edizione, che ha offerto una mostra, un incontro e alcune felici coincidenze. Nel cuore della città, ma senza dare nell’occhio.
La guerra dei martiri
È facile dire unità. Ma quando la Chiesa si appoggia al potere e viene coinvolta in guerre di religione dove i cristiani si ammazzano tra loro? La memoria “scandalosa” di tre martiri bielorussi che ci obbliga a un esame di coscienza.
Blog
Quelli che non temono né Dio né gli uomini
Memento per i tutori dell’ordine: la violenza è un veleno sottile…
La regola d’oro della resistenza
Jurij Dmitriev, la Bielorussia… fenomeni diversi ma con un unico filo rosso: gli inermi contro la tracotanza del potere che ha in mano le forze dell’ordine, i tribunali, le leve economiche. È possibile uno scontro simile?