18 Ottobre 2022

Bielorussia: la resistenza di Marija Kolesnikova

Redazione

Il Nobel per la pace al prigioniero di coscienza bielorusso Bjaliackij ha riportato all’attenzione la lotta del popolo bielorusso per la democrazia, culminata con le imponenti manifestazioni del 2020 contro i brogli elettorali e soffocata brutalmente dal regime. Tra gli oppositori, che continuano la loro battaglia in carcere, c’è anche la musicista Marija Kolesnikova. Nostra intervista alla sorella Tat’jana Chomič.

Marija Kolesnikova era membro dello staff elettorale di Babariko e Tichanovskaja, candidati indipendenti alle elezioni presidenziali del 2020 che hanno fatto esplodere il paese; il primo è stato poi arrestato e la seconda costretta a fuggire in Lituania. Marija, arrestata a sua volta nel settembre 2020 per la strada, da uomini mascherati dei sevizi antisommossa e portata al confine con l’Ucraina per essere espulsa, si è ribellata stracciando il passaporto e scegliendo di restare in patria, consapevole che l’attendeva la prigione.

Come si svolge la vita di Marija in prigione?
Marija si trova nella colonia penale femminile n. 4 di Gomel’, e tutta la sua vita quotidiana è scandita dalle regole di questo penitenziario, dove sono rinchiuse più di mille detenute, quaranta delle quali per motivi politici. Marija condivide la cella con altre quattordici donne, dormono su tavolacci a due piani e passano gran parte del tempo lavorando. Tutte le detenute sono distribuite per reparti, quello di Marija è composto da circa ottanta persone, ognuna delle quali ha determinati compiti, lavorano a turno per otto ore al giorno. Marija cuce le divise per i poliziotti e per i soldati. Il tempo libero prevede un quarto d’ora da dedicare alla lettura e trenta minuti d’aria; in compenso la direzione della colonia svolge attività di formazione politica fra le detenute.

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