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La «Restituzione dei nomi», oggi più che mai
Il gesto di memoria delle vittime del terrore comunista si ripete anche quest’anno il 29 ottobre. E assume una pregnanza speciale nel momento in cui nuove innumerevoli vittime chiedono memoria e giustizia.
La storia ci punisce. Orlov alla corte
Il direttore di Memorial attualmente detenuto in Russia parlando alla corte ha inchiodato i giudici alle proprie responsabilità. Senza una giustizia indipendente non ci sarà nessun cambiamento.
Lavorare dall’estero perché la Russia rinasca
Nato a Mosca nel 1953, Boris Belenkin è filologo e storico. È tra i fondatori dell’associazione Memorial, di cui cura la biblioteca sin dagli inizi. Dopo le traversie giudiziarie di Memorial e l’invasione russa in Ucraina ha deciso di espatriare. È autore di numerose pubblicazioni sull’editoria clandestina e la storia del dissenso in URSS. (nostra intervista).
Oleg Orlov, andare in prigione è un lavoro
Il 27 febbraio scorso Oleg Orlov, co-presidente di Memorial, è stato condannato a 2 anni e mezzo di reclusione per aver condannato l’invasione dell’Ucraina. In attesa della sentenza di appello, in un’intervista ha raccontato cosa vuol dire essere dissidente.
Signor giudice, lei non ha paura?
L’attivista per i diritti umani Oleg Orlov, presidente della sezione Diritti umani di Memorial, è stato condannato a 2 anni e mezzo di carcere per aver «screditato» l’esercito e aver definito fascista l’attuale governo. Nella sua «ultima parola» invita a non perdersi d’animo.
Una mostra che attraversa i cuori, i confini geografici e le generazioni
La mostra «Uomini nonostante tutto» non ha ancora finito di peregrinare tra le città italiane e straniere. Ovunque suscitando reazioni intense e domande pregnanti. Questo racconto ci viene da Bari.
Madri, padri nel totalitarismo
Nel GULag sovietico l’affetto di madri e padri per i figli sfidava lontananza e repressioni. Il nuovo libro di Irina Ščerbakova racconta quanto è prezioso l’esercizio della memoria per la persona, la famiglia, un intero popolo.
Papà ci diede un bacio, e fu tutto…
Una storia d’altri tempi ripescata dagli archivi di Memorial, e pubblicata sul sito takiedela.ru. Svetlana Daukst orfana a causa delle purghe staliniane, rimane devota a Stalin. E non riesce a giudicare ciò che le è successo. Lei stessa stritolata dalla mentalità totalitaria.
Oleg Orlov: restare in Russia fa parte del mio lavoro
Oleg Orlov, co-presidente di Memorial, è sotto processo per essersi espresso contro l’aggressione russa all’Ucraina. Diversamente da altri attivisti, ha scelto di rimanere in patria, perché «è importante che giunga una voce dalla Russia».
Pace e cultura
L’intervento del presidente di Russia Cristiana all’inaugurazione della mostra “Uomini nonostante tutto. Testimonianze da Memorial”, a Bergamo. Perché la memoria è necessaria per vivere e costruire.
Memorial vive (ma cercano di farla fuori)
All’alba del 21 marzo a Mosca le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nelle abitazioni di alcuni membri di Memorial. Un’operazione lampo che forse voleva essere un rendimento di conti finale con l’organizzazione.
I tre discorsi del Nobel, una voce di civiltà
«Una domanda ci tormenta: abbiamo meritato davvero il Premio Nobel per la Pace?» Le voci dei resistenti: un’alleanza di persone che si sono fatte carico loro sponte della responsabilità civile del passato e del presente.
Memoria e Memorial, la forza dei nomi restituiti
Il legame con i morti sacrificati e cancellati dallo Stato crea solidarietà e speranza.
7 ottobre: il giorno del Nobel è la nostra festa
Cosa può cambiare l’assegnazione del Nobel in una situazione geopolitica devastante? E cosa cambia il digiuno dei cristiani? Eppure molti credono che la coscienza civile e lo spirito umano possano cambiare il mondo. Alcuni commenti al Nobel.
Nobel a Memorial: è stato chiuso, ma esiste
Elena Žemkova è in Memorial dall’inizio. È sua l’invenzione del «ritorno dei nomi» delle vittime staliniane, diventata un momento fondamentale di aggregazione. Nell’intervista di Marta Dell’Asta spiega lo spirito per cui Memorial ha meritato il premio Nobel.
Sono in Memorial perché ho avuto un maestro
Bill Bowring, professore di diritto alla London University, ha intervistato Elena Žemkova, che è stata tra i fondatori e poi direttore esecutivo di Memorial. In questi giorni Žemkova si trova a Rimini per testimoniare sul suo lavoro.
Meeting 2022 • Uomini nonostante tutto
Dalle lettere e dai piccoli regali inviati da padri e madri nel GULag ai figli è nata una mostra straordinaria, che testimonia un’invincibile umanità, più forte del totalitarismo. I materiali appartengono all’associazione Memorial di Mosca, il cui archivio è ora sotto sequestro dello Stato.
Oggi pensiamo innanzitutto all’Ucraina
Una dirigente di Memorial riparata all’estero: la situazione russa può cambiare solo dall’interno. Però voi sosteneteci moralmente. La realpolitik ci uccide…
Dmitriev, il messaggio dalla prigione
Il 28 dicembre scorso la giornalista Viktorija Ivleva ha visitato Dmitriev nel carcere di Petrozavodsk, per verificare il suo stato d’animo dopo la condanna a 15 anni – in pratica l’ergastolo per un 66enne malato – ricevuta il giorno prima. Dmitriev le ha chiesto di trasmettere agli amici questo messaggio.
Un paese che cerca il suicidio
Altri 15 anni di lager per Dmitriev, liquidata l’Associazione Memorial. Due colpi durissimi che si sperava non arrivassero. Dove va la Russia privata della sua memoria?
Memorial sarà il punto di non ritorno per la Russia?
Forte appello della vedova di Solženicyn in difesa di Memorial. Si moltiplicano nel mondo e in Russia le voci di solidarietà. Sono state raccolte finora più di 300.000 firme. Qualcuno ha detto che quello del prossimo 25 novembre sarà un «processo spartiacque», paragonabile a quello di Sinjavskij e Daniel’, che nel 1965-66 segnò un punto di non ritorno nella coscienza civica del paese.
Perché difendere Memorial?
Prestigiose istituzioni culturali e sociali stanno muovendosi in difesa di Memorial, che rischia di essere spazzato via dalla recente legislazione sugli «agenti stranieri». Sono in molti a comprendere che la chiusura di Memorial sarebbe una perdita gravissima, e non solo per la Russia.
Perdonare senza dimenticare
Dopo anni di attesa, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha finalmente riconosciuto le tante iniziative fiorite ad opera di semplici fedeli per celebrare la memoria delle vittime del terrore sovietico.
Memorial in manette. Una serata speciale a Mosca
La sera del 14 ottobre nella sede di Memorial a Mosca hanno fatto irruzione dei ragazzi che hanno cercato di intimidire il pubblico che stava vedendo un film. L’intervento della polizia ha reso più inquietante la faccenda.
Ricordare online si può. L’edizione 2020 della “Restituzione dei nomi”
Quest’anno si svolge in modalità online la tradizionale iniziativa di Memorial “Restituzione dei nomi”.
Il virus, gli ultras e una scelta per la vita
Ripartire ma come? Magari recuperando la memoria delle proprie radici. In Italia come in Russia.
Un segno, un nome, una vita: l’ultimo indirizzo
La forma di memoria delle «Pietre d’inciampo» ha una variante russa che si chiama «Ultimo indirizzo». Il suo maggior valore è che sono i cittadini a richiederla. Sono ormai dieci anni che questa prassi civile si diffonde silenziosamente.
Lo «spazio umano» dei dissidenti
L’esperienza del dissenso dell’Est Europa è ancora un campo da coltivare per raccoglierne i frutti. A pochi interessa oggi tornarci sopra: in Occidente è al massimo una cara memoria, all’Est è un messaggio estraneo e spesso fastidioso, perché ricorda promesse lasciate cadere. Arsenij Roginskij era invece convinto che fosse vitale riproporre l’esperienza del dissenso come un cammino possibile anche ora.
Il perdono azzera la memoria?
«Druganov Boris Fedorovič, 56 anni, collaboratore artistico nel museo di Istra. Fucilato il 13 luglio 1937». Sono in fila da più di tre ore in piazza Lubjanka, nel centro di […]
Riscrivere la storia
Riscrivere Sandarmoch è il titolo di un interessante reportage di Anna Jarovaja, da cui prendiamo spunto per considerare come si affronta oggi in Russia il tema della memoria storica. L’accento sull’orgoglio nazionale prevale sui fatti.
Vietato cercare i desaparecidos in Cecenia
I difensori dei diritti umani tornano alla ribalta. In Cecenia è pericoloso indagare sulle azioni della polizia, o mettere in luce i legami mafiosi tra politica e business. L’arresto di un militante ceceno ha dato il via a una campagna di solidarietà.
«Ricorda…»
Il centenario della rivoluzione è stato siglato da un gesto ufficiale del governo: l’inaugurazione del memoriale alle vittime del regime sovietico. In mancanza di altre dichiarazioni dirette questo è un segno, non definitivo ma reale.
Le avventure dei testi scritti in clandestinità
La mostra «Dalla censura e dal samizdat alla libertà di stampa», allestita presso l’Università degli Studi di Milano, è stata un’occasione per conoscere una delle modalità di espressione della grande stagione del dissenso.
Tempi duri per le ONG russe
Le organizzazioni benefiche e di volontariato vivono giorni difficili in Russia. Sono un sintomo di vitalità della società civile ma la politica le guarda con sospetto. Riusciranno i cittadini a farsi sentire?
Vittime e carnefici: perché viva la memoria
Il punto dello scontro, oggi in Russia, è sulla memoria. Dalla sua autenticità dipende il giudizio sul presente e il futuro. Lo sdoganamento dello stalinismo come modello per il paese. E proprio sulla storia si concentra il lavoro dei nuovi dissidenti.
Roginskij un anno dopo
«Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per Lui». (Lc 20,38) È passato più di un anno dalla morte di Arsenij Roginskij. Il 30 marzo era […]
Ljudmila Alekseeva: lei nei diritti umani ci credeva
Ljudmila Alekseeva aveva l’anima della dissidente. Credeva nella dignità della persona e nei suoi inalienabili diritti, anche in democrazia. Sapeva come parlare col governo, senza inutili provocazioni ma anche senza peli sulla lingua.