14 Marzo 2022
Chi crede che i russi non protestano?
Svetlana Panič
Filologa, è stata ricercatrice presso l’Istituto Solženicyn di Mosca fino al 2017, ora è traduttrice e ricercatrice indipendente.
Il 6 marzo per manifestazioni contro la guerra organizzate in 65 città della Russia sono state arrestate circa 5000 persone in totale. Il giorno precedente la Duma aveva approvato una legge per cui qualsiasi espressione sulla guerra in Ucraina che differisca dalla narrazione ufficiale è punibile non solo con multe onerose, ma anche con la reclusione fino a 15 anni; e subito sono stati avviati i primi procedimenti. La vigilia della Domenica del perdono, nella regione di Nižnij Novgorod, padre Ioann Burdin, parroco della chiesa della Resurrezione nel villaggio di Karabanovo, è stato arrestato per aver fatto dichiarazioni contro la guerra in predica. Viene accusato di «diffamazione delle forze armate».
«Perché milioni di russi non scendono in piazza contro la guerra?», chiedono gli amici ucraini.
«Perché queste proteste così misere? È mai possibile che tutti sostengano e condividano la linea generale?», chiedono gli amici che vivono in Europa, dove invece sono centinaia di migliaia le persone che partecipano ai raduni contro la guerra.
E per l’ennesima volta racconto degli arresti, del fatto che nonostante lo strangolamento costante e violento di ogni parola vera, sempre più persone insorgono contro questo conflitto in tutti i modi possibili: firmano appelli col rischio di diventare dei paria, si licenziano per non essere complici della menzogna, attaccano nottetempo manifestini contro la guerra, e scendono in piazza, davvero, anche se con l’aumentare della rabbia dello Stato, è sempre più pericoloso farlo. Ognuno ci va non solo per sé stesso, ma anche per tutti quelli che non possono andarci.
In un movimento di resistenza non sempre visibile dal di fuori, dentro una società stremata dalla dittatura, divisa e confusa, sta nascendo una nuova solidarietà tra le generazioni, quella comunità non corporativa che Sergej Averincev considerava uno dei fattori principali della libertà civile.
Dio solo sa per quanto bisogna moltiplicare le statistiche delle proteste per arrivare a contare tutti quelli che in questo momento col pensiero, la parola e la preghiera si oppongono a questa guerra tragica e assurda. Giorgio Agamben scriveva che nella mancanza di parola in cui la dittatura inevitabilmente costringe, la voce di chi testimonia acquista un valore inestimabile: non parla solo per sé stessa, ma diventa la voce di tutti gli inascoltati.
La nota della storica dell’arte Katerina Belenkina è una delle innumerevoli voci che strappano il velo di ostilità, bugie e paura.

Polizia per le vie di San Pietroburgo. (Fontanka.ru)
Katja Belenkina
27 febbraio 2022
Un numero immenso di arresti a Mosca. Finora, 1000 persone in un giorno…
Tante persone coraggiose e oneste sono scese in piazza oggi: anche se tutto il centro brulica di OMON, di corpi della Guardia Nazionale e di polizia; anche se la minaccia dell’arresto incombe su tutti quelli che protestano; anche se ci intimidiscono con le repressioni, cercano di impedirci di chiamare le cose col loro nome, di ritrovarci legalmente, di riunirci, di mettere una firma… noi non staremo zitti.
3 marzo 2022
Io so che la mia voce non sarà udita nel bunker.
So che la mia voce non raggiungerà il mio vicino che da tre ore ascolta Grigorij Leps a tutto volume.
So che la mia voce non verrà udita dalla gente in Ucraina, paese al quale tutto il mondo civilizzato pensa e per il quale piange.
Ma lo dirò lo stesso. Io sono contraria a quello che stanno facendo le autorità della Federazione russa.
Sono contraria a ogni tipo di conformismo interiore e professionale dei cittadini della Federazione russa.
Sono contraria al silenzio.
Contraria a che la gente continui la sua vita normale quando centinaia di migliaia di anziani e di bambini lasciano le loro case e fuggono verso l’ignoto.
Io, Katja, granello di sabbia che vive a 500 metri dal Cremlino di Mosca, sono contraria.
Blog dello stesso autore:

L’ultima ora
Alla fine, la nostra «giustizia» dovrà lasciare il passo all’amore.
Svetlana Panič
Neanche Dio vince il pregiudizio
Non sempre si può convincere l’altro con argomenti e neanche con la prova dei fatti. Ci vuole un suo moto interiore che neanche Dio può obbligarlo ad avere.
Svetlana Panič
L’ira funesta
A proposito delle liti che scoppiano di frequente tra le persone.
Svetlana Panič
Se Dio non risponde, vuol dire che tocca a noi
Chiediamo a Dio che fermi il male, e invece possiamo fare molto…
Svetlana Panič
Ringrazio per questo splendido, terribile anno
Un anno nell’emigrazione, una «vita nova» abbagliante e terribile.
Svetlana Panič
Non si dà felicità senza gratitudine
La vita è bella anche se è in corso una tragedia. Se lo dimentichiamo lasciamo vincere il male.
Svetlana Panič
Scacciare la maledizione con la verità
Non si tratta di stracciarsi le vesti pubblicamente, ma di parlare onestamente di dolore e responsabilità.
Svetlana Panič
Allora, chi sarà il prossimo?
L’ostilità verso i russi che serpeggia in Europa è una strada pericolosa per tutti.
Svetlana Panič
Chi ha paura del teatro?
Chiudere i teatri e bombardare i civili rientrano nello stesso copione.
Svetlana Panič
Guardare il bene, per affrontare il male
In rete si scrive che tutti odiano i russi, che gli ucraini non vorranno mai più parlare russo… Ma è veramente così? A cosa serve caricare i toni? La rete è miope.
Svetlana Panič
Brusca e sincera, così era la Čudakova
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Svetlana Panič
L’insulso teatrino del male…
La performance del lato oscuro, feroce e inutile.
Svetlana Panič
Like e condoglianze. Che facili i rapporti virtuali
Scimmiottiamo i sentimenti, la compassione e ci sentiamo a posto. E il rischio di un rapporto diretto?
Svetlana Panič
Dio non è roba da spiritualisti
La preghiera più intensa non può dimenticare il mondo, perché Dio è lì.
Svetlana Panič
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Tutto può aiutarci a rientrare in noi stessi, basta cogliere le occasioni. E perdonare non è una passeggiata…
Svetlana Panič
Se pensiamo di non valere nulla
Se nessuno ha bisogno di noi, noi invece abbiamo bisogno degli altri… Per fortuna.
Svetlana Panič
Tra la festa del Ringraziamento e il Natale
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Svetlana Panič
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I miei vecchi, che hanno vissuto la battaglia di Oranienbaum e di Leningrado, l’assedio, l’evacuazione, vivevano con un pensiero: «Mai più guerra». Con questo pensiero si teneva duro davanti alle […]
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Chiedo scusa anticipatamente a quelli che potrei offendere, ma ora seguirà uno sproloquio un po’ dozzinale di tema pseudo-biblico. La frase evangelica «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a […]
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Cosa serve a un pellegrino?
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Dirò qualcosa di assolutamente impopolare sulle elezioni alla Duma. «E verrà la grazia che la Rus’ sognava…». Proprio così. Adesso si può dare addosso quanto si vuole a «questo popolo» […]
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Penso che le sconfitte nel calcio, la tragedia in Carelia [in giugno 14 bambini di un campo estivo sono morti annegati durante un’escursione], le vie di Mosca sottosopra, gli asmatici […]
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All’inizio degli anni ‘70 un’équipe medica di ricercatori ricevette una prestigiosa onorificenza di Stato, e a buon diritto, per una scoperta che avrebbe alleviato notevolmente la vita a molti pazienti. […]
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L’ennesimo attacco terroristico, hanno ucciso una ragazza di 21 anni. La prossima potrebbe essere l’anziana mamma di un mio conoscente. Una mia amica. Quell’altra amica. Il sacerdote che conosco. Un […]
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Svetlana Panič