7 Aprile 2025

«Sono un’isola di speranza in un mare di sconforto»

Miriam Zanoletti

Nell’anno giubilare che ci esorta alla speranza ricordiamo il poeta Valentin Sokolov: una vita trascorsa in lager senza cedere alla disperazione. I suoi versi testimoniano una fiamma di vita che ardeva anche in mezzo alle tenebre.

Se tu sapessi quanto è terribile,
quando non doni più te stesso.

«Sono entrato nel verbale e non ne sono più uscito»: così, Valentin Sokolov (1927-1982), quindici anni prima della sua morte, riassunse profeticamente la propria esistenza, trascorsa quasi interamente in lager.
Queste parole sono incise oggi sul monumento a lui dedicato, eretto nel 2013 dopo aver superato le resistenze dell’amministrazione locale, nel centro di Novošachtinsk, dove si trovava l’istituto psichiatrico in cui fu rinchiuso negli ultimi anni. Appena sotto, una frase altrettanto breve spiega il motivo della sua reclusione, che durò 35 anni, con brevi interruzioni:

«incarcerato per la poesia, morì per la poesia».


(Immagine d’apertura: fotografia di un campo di lavoro a Vorkuta. Fonte: wikipedia). 

La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

Miriam Zanoletti

Nata nel 1999, ha studiato all’Università Ca’ Foscari di Venezia e Albert-Ludwig di Friburgo, conseguendo la laurea magistrale in Lingue e Letterature tedesca e russa.

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI

Abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.

ABBONATI