17 Gennaio 2022
Dopo l’URSS. 2008-2021 il tempo dei conflitti
Dal 2008 iniziano a scoppiare brevi conflitti tra i paesi ex-sovietici. L’ipotesi «guerra» entra nella mentalità comune; il nazionalismo produce secessioni a catena. Qui approda la parabola delle nuove democrazie. La libertà sognata nel 1991 può dare ancora dei frutti?
Nel 2008 la conflittualità post-sovietica è deflagrata nella breve ma sanguinosa guerra russo-georgiana. Il tentativo di Saakashvili di riguadagnare la popolarità conquistando la regione separatista dell’Ossezia del Sud ha fatto scattare la risposta della Russia, conclusasi con la disfatta delle forze armate georgiane, l’imposizione di nuovi confini tra Georgia, Ossezia del Sud e Abcasia, e col parziale riconoscimento dell’indipendenza di alcune regioni georgiane secessioniste.
Questa guerra ha dimostrato che Mosca aveva ripreso il controllo sulle proprie regioni ribelli del Caucaso settentrionale e si era consolidata nel Caucaso, e che i governi occidentali non erano pronti a prendere attivamente le parti dei paesi post-sovietici in caso di scontro militare diretto con la Russia.
(3 – fine. Parti precedenti:
2) Dopo il crollo la dispersione post-sovietica, 1992-2007
1) La caduta dell’URSS: 30 anni di transizione)
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Michail Minakov
Nato nel 1971, è dottore in filosofia, politologo e storico specializzato nell’ambito della modernità e delle ideologie post-sovietiche.
Dal 2018 dirige il programma di ricerca presso l’Istituto Kennan, è stato professore di filosofia e studi religiosi presso l’Accademia Moghiliana e presidente della Società Kant ucraina. Dirige la rivista The Ideology and Politics Journal.