19 Aprile 2021

Naval’nyj e non solo. I limiti della politica e lo spazio della coscienza

Marta Dell'Asta

In Russia è un momento di grandi tensioni politiche, legate anche al caso Naval’nyj e all’Ucraina. Tutto si muove nella logica di schieramento e della cospirologia. Ma si può uscire da questa logica soffocante

In Russia è un momento di grandi tensioni politiche, legate fra l’altro al caso Naval’nyj e allo scontro con l’Ucraina, tensioni che aggravano quelle economiche, sociali e psicologiche. Di nuovo si rompono vecchie amicizie, si scatenano sanguinosi duelli verbali in tivù o dalle sponde opposte di barricate social, come ai tempi dell’annessione della Crimea.

«Un po’ alla volta, quasi senza accorgerci – scrive Pavel Čikov su «Republic», – in Russia è scomparsa qualsiasi attività civile. La polarizzazione politica della società e la repressione del governo han fatto sì che oggi ci siano solo Putin e Naval’nyj. Solo lo Stato di polizia e l’opposizione esterna al sistema. I “mascalzoni e ladri” da una parte e gli “agenti stranieri” dall’altra».

 

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Marta Dell'Asta

Marta Carletti Dell’Asta, è ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si è specializzata sulle tematiche del dissenso e della politica religiosa dello Stato sovietico. Pubblicista dal 1985, è direttore responsabile della rivista «La Nuova Europa».

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