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17 Aprile 2025
Da «strada morta» a «lupo polare»: i retaggi sovietici
Molti ricorderanno che Aleksej Naval’nyj è morto in una colonia penale situata oltre il circolo polare artico, in condizioni climatiche estreme. Quello che invece si ignora è che quel campo sorge sulle ceneri di uno degli ultimi lager voluti da Stalin. Le violenze di oggi hanno la stessa radice di quelle passate.
Il 16 febbraio scorso abbiamo ricordato l’anniversario della morte di Aleksej Naval’nyj, avvenuta nella colonia correttiva a regime speciale di Charp. Il trattamento riservato al dissidente politico ci riporta indietro agli anni Trenta del XX secolo, quando in Russia si ricorreva a qualunque mezzo per instillare terrore nella popolazione: arresti, torture, falsi processi, lavori forzati e perfino omicidi.
(Immagine di apertura: tratto della «strada morta» oggi – wikipedia)
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Ada Bianchi
Laureata in Scienze Storiche, si è specializzata in storia della Russia. Tra i suoi interessi, la storia della Chiesa in Russia, la vita religiosa e culturale in URSS e il rapporto tra Stato e Chiesa nella storia russa e sovietica.
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