29 Ottobre 2019
Vladimir Bukovskij – il ritorno della coscienza
Bukovskij è stato uno dei più grandi dissidenti dell’Unione Sovietica, motore di iniziative e punto di riferimento per gli altri. Un «antieroe» rispetto al tipico eroe guerrigliero che piaceva in Occidente. Ha sofferto manicomio, prigione e lager, credendo nella rinascita morale dell’uomo.
«… ma nella fantasia ho l’immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli!».
Appresa la notizia della morte di Vladimir Bukovskij, non ho potuto fare a meno di ricordare le parole della canzone di Guccini, e non per un moto sentimentale ma perché, realmente, la forza ideale della coscienza testimoniata dal giovane Bukovskij resta un punto di riferimento irriducibile in tutti i meandri del successivo dispiegarsi della vicenda sua e del dissenso in URSS e nell’Est Europeo.
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Giovanna Parravicini
Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.
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