La Russia davanti alla Costituzione nuova

24 Giugno 2020

La Russia davanti alla Costituzione nuova

Riccardo D’Alessandro

Il presidente russo ha proposto vari emendamenti alla Costituzione. Come mai sono necessari? Cosa ne pensano i cittadini?

Nel mezzo della difficile prova del Coronavirus, dal 25 giugno al 1° luglio i russi sono chiamati alle urne per decidere se sostenere o meno un ampio pacchetto di riforme costituzionali finalizzate – si dice – a rafforzare non solo la Costituzione, ma l’intero paese.

Il tutto è iniziato con le parole pronunciate da Putin il 15 gennaio davanti all’Assemblea federale e all’intera nazione; in quella occasione il presidente ha annunciato che è necessario apportare degli emendamenti alla Legge fondamentale, che interessano l’assetto politico e il funzionamento dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Vista poi l’importanza dei cambiamenti in programma, il presidente ha detto di considerare necessario il voto popolare per la ratifica definitiva.

Le sue affermazioni e la sua volontà hanno subito messo in fermento non solo la macchina burocratica, ma anche i più diversi gruppi sociali, desiderosi di riacquisire un ruolo attivo negli sviluppi politici e culturali del paese. In questi due mesi si è sviluppato un dibattito molto ampio che ha portato a riflettere sulla Costituzione in vigore, considerata da alcuni l’ultimo baluardo della democrazia, da altri la causa di un crescente autoritarismo, inoltre sono riemerse ferite mai rimarginate e posizioni ideologiche consolidate.

Riccardo D’Alessandro

Laureato in lingue all’Università di Bologna, insegna russo e spagnolo alle scuole medie e superiori. Fra i suoi interessi la letteratura russa, la storia della Chiesa ortodossa, l’arte religiosa medievale e le forme di dissenso nei paesi comunisti.

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