13 Giugno 2023
Dal carcere al fronte, e viceversa
Per evitare una seconda mobilitazione, il Cremlino ha permesso l’arruolamento dei detenuti nelle compagnie militari private e nell’esercito, colmando in tutta fretta il vuoto legislativo che ne impediva l’utilizzo, promettendo lauti compensi e la fedina penale pulita.
Nell’autunno del 2022 in Russia si è registrato un sensibile calo del numero dei detenuti, passati da 453mila in ottobre a 439mila a novembre. Ancor prima dell’entrata in vigore, il 4 novembre, dell’emendamento di legge che ha permesso la mobilitazione dei condannati per reati gravi, le organizzazioni per i diritti umani denunciavano l’arruolamento indiscriminato di carcerati da parte sia di compagnie militari private, soprattutto la «Wagner», sia dell’esercito.
Le prime avvisaglie dell’iniziativa si erano già viste in estate: il Consiglio presidenziale per la società civile e i diritti umani aveva inviato un appello al Procuratore generale per chiedere chiarimenti in merito, dato che in Russia la legge permette di rilasciare un detenuto per grazia, per amnistia o in libertà condizionata. Su quali basi giuridiche – chiedevano i consiglieri – le persone di cui aveva appena parlato il primo canale della tv, venivano esentate dalla pena?
(foto d’apertura: istories.media)
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Anna Kondratova
Moscovita, laureata in sociologia. Ha seguito da vicino lo sviluppo del movimento d’opposizione in Russia. Giornalista e saggista.
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