13 Gennaio 2025
Rischioso navigare sul web
I cibernauti russi non hanno vita facile: ora sono più numerosi i reati in cui incorre chi fa commenti sgraditi al regime. Si rischiano multe o condanne penali anche per un solo post giudicato «estremista».
Secondo un recente report pubblicato sul portale Novaja Gazeta, dal 2010 in Russia sono state intentate più di 30.000 cause contro utenti del web rei di aver interagito sui social in merito a temi «caldi» quali la guerra o l’opposizione politica, cause poi sfociate in oltre mille processi penali.
Si è esteso il numero dei reati in base ai quali vengono puniti i commenti online: se tempo addietro i tribunali sanzionavano gli utenti per aver postato immagini contenenti svastiche e cannabis, ora colpiscono indistintamente la propaganda LGBT (vietata dal 2013), l’insulto ai sentimenti dei credenti e le posizioni contro la guerra, gli inviti a protestare e le canzoni dell’estremista islamico ceceno Timur Mucuraev, i video di Naval’nyj e gli slogan pacifisti, ecc.
(Immagine d’apertura: AI fotor)
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Anna Kondratova
Moscovita, laureata in sociologia. Ha seguito da vicino lo sviluppo del movimento d’opposizione in Russia. Giornalista e saggista.
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