14 Settembre 2022
La Russia scricchiola
In tivù si parla apertamente di «guerra», la propaganda patriottica si autocensura, deputati chiedono le dimissioni del presidente… Nelle crepe che insidiano l’edificio del regime si insinuano tante libertà personali.
In Russia, dietro l’apparente stabilità di un presunto generale consenso alla guerra contro l’Ucraina, qualcosa si sta muovendo. Un celebre racconto di Dino Buzzati narra del crollo improvviso di un vecchio edificio, la Baliverna, a partire dallo smuoversi di un ferro infisso nel muro: nella situazione russa sta avvenendo qualcosa di simile; se non altro si è incrinato il solido unisono dei media ufficiali, che fino a ieri asserivano a una sola voce non solo il diritto ma il dovere della Russia di sanificare l’Ucraina dal nazismo. NTV, oggi voce del potere statale, ma un tempo canale tivù indipendente e per questo acquisito da Gazprom già nel 2001, ha ospitato l’11 settembre un dibattito sulla questione ucraina in cui sono risuonati parole e giudizi mai sentiti da mesi: innanzitutto si è parlato apertamente di «guerra» e non di «operazione speciale», e addirittura di «guerra coloniale», e poi di sconfitta, illusione, inganno.
(foto apertura: A. Popov, unsplash.com)
La lettura dell’articolo completo è riservata agli utenti abbonati, effettua il login o abbonati per accedere a tutti i contenuti del sito.
Marta Dell'Asta
Marta Carletti Dell’Asta, è ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si è specializzata sulle tematiche del dissenso e della politica religiosa dello Stato sovietico. Pubblicista dal 1985, è direttore responsabile della rivista «La Nuova Europa».
LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI