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21 Giugno 2022
Shishkin e il «punto di fuga» del cuore
Uno scrittore russo pluripremiato e tradotto, Mikhail Shishkin vuole ricreare una lingua viva, che combatte la lingua morta dei cliché televisivi. La sua è un’analisi culturale graffiante che per molti versi ha anticipato il naufragio di oggi.
Un epistolario amoroso sui generis, che per uno dei due corrispondenti, Volodya, si svolge nello spazio di pochi mesi, sullo sfondo di una guerra facilmente identificabile nella rivolta dei Boxer del 1899-1900, mentre per l’altra, Saša, si sviluppa lungo un’intera vita vissuta nel mondo sovietico. Questa, in breve, la trama del romanzo Punto di fuga (pubblicato in russo nel 2010 e intitolato in originale Pis’movnik, cioè «raccolta di modelli di lettere»; edizione italiana 21lettere 2022), a cui è stato recentemente assegnato il Premio Strega Europeo.
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Giovanna Parravicini
Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.
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