14 Gennaio 2020
Dopo l’autocefalia ucraina e le rotture: la storia continua
A un anno dalla concessione dell’autocefalia alla Chiesa di Ucraina un bilancio sarebbe ancora prematuro, però tentiamo un aggiornamento sull’evolversi della situazione nella comunione ortodossa.
Sta avvenendo come quando si getta un sasso nello stagno: i cerchi concentrici delle reazioni si moltiplicano e si allargano, coinvolgendo ambiti ecclesiali sempre più lontani, come ha osservato l’arcivescovo Anastas di Tirana, primate della Chiesa ortodossa d’Albania:
«Gli eventi ecclesiali dell’anno passato hanno prodotto una nuova realtà che mostra l’evidente commistione di fattori geopolitici e motivi d’interesse… La concessione dell’autocefalia alla Chiesa ortodossa d’Ucraina non ha portato l’unità ortodossa che si auspicava né la pace, com’è successo in tutti i casi di autocefalia precedenti… Le discordie si sono diffuse in altre regioni e in tutto il mondo ortodosso nel suo complesso».
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Marta Dell'Asta
Marta Carletti Dell’Asta, è ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si è specializzata sulle tematiche del dissenso e della politica religiosa dello Stato sovietico. Pubblicista dal 1985, è direttore responsabile della rivista «La Nuova Europa».
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