14 Febbraio 2017
Todorov, osservatore dell’essere umano
Il filosofo bulgaro-francese, morto a 78 anni a Parigi, è stato uno dei grandi intellettuali contemporanei. Appassionato osservatore dell’umano, ha incarnato l’umanesimo autentico, anche se si è limitato alla dimensione esclusivamente orizzontale.
Ha avuto ragione Luca Doninelli su «il Giornale» a paragonare la morte di Tzvetan Todorov, avvenuta lo scorso 7 febbraio a Parigi, alla scomparsa di uno zio fidato che ha custodito a lungo la memoria di un tesoro di famiglia. Uno degli ultimi grandi cultori dell’umanesimo (è questo il tesoro) e dei suoi valori, praticati in un lavoro intellettuale difficile da catalogare da un punto di vista disciplinare, Todorov è stato uno storico delle idee, un teorico della letteratura, un filosofo e – come amava dire di sé – soprattutto un «antropologo» in senso lato, vale a dire un osservatore dell’essere umano. Un compito che egli svolgeva non con osservazioni sperimentali ma bensì attraverso l’analisi e l’interpretazione di prodotti culturali di molteplice natura: romanzi, documenti storici, scritti filosofici e più recentemente anche opere d’arte figurativa. È tale eclettismo – come dice Giulia Cosio, autrice de La firma umana (Jouvence 2016), una delle pochissime monografie dedicate al pensatore – a far sì che Todorov sia un autore molto studiato (nelle sue opere) e poco conosciuto (nella sua persona).
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Sante Maletta
Professore associato di Filosofia della politica presso l’Università di Bergamo. Fa parte dell’International Society for MacIntyrian Enquiry e della Società italiana di filosofia politica ed è segretario dell’Associazione Prologos. Tra le sue pubblicazioni, volumi sul pensiero di M. Heidegger, H. Arendt, A. MacIntyre, Il soggetto dif-ferente. Peripezie della responsabilità (Milano 2017).
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