5 Febbraio 2024
Parlando di guerra, di morte e di bellezza
In questa intervista del 2 dicembre 2023, forse l’ultima fatta a padre Uminskij prima che lasciasse la Russia, si parla di attualità alla luce dei temi ultimi: vita, morte, anima, possibilità di cambiare. Sembra un messaggio per i suoi figli che presto resteranno da soli.
Oggi si dice spesso – forse lo si diceva anche prima, ma oggi ci sono molti più motivi per farlo – che l’umanità è arrivata al limite, che sta vivendo una crisi spirituale e di civiltà in cui la persona è messa alla prova. Lei pensa che questo sia davvero un periodo particolare?
Senza alcun dubbio: abbiamo vissuto prima due anni di pandemia che hanno sfaldato fortemente la società, i rapporti tra le persone si sono fatti tesi anche nelle cose semplici. Adesso, guardandoci indietro, vediamo che ci sono famiglie distrutte, amici che hanno smesso di parlarsi, e per che cosa? Per delle vaccinazioni! Per queste sciocchezze, per cose che non sono nemmeno obbligatorie.
La società si è improvvisamente polarizzata tanto che ci si è chiesti come mai: è stato un periodo molto interessante per la Chiesa, perché ci si è interrogati anche su come celebrare la liturgia durante la pandemia, sulle misure di sicurezza da prendere o meno, sul rapporto di fede tra la persona e il sacramento, inteso non come una magia che riesce da sola a purificare, santificare e guarire tutto, ma come il modo di mettersi personalmente in rapporto con Dio e di conoscerlo.
(Intervista di Andrej Danilov per IvanovoNews)
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Aleksej Uminskij
Già parroco ortodosso a Mosca, conduttore televisivo, redattore della rivista «Al’fa i Omega», ha al suo attivo numerose pubblicazioni sul tema dell’educazione cristiana. Costretto a lasciare la Russia alla fine del 2023 per le sue posizioni a favore della pace, per queste stesse ragioni è stato in seguito sospeso a divinis e ridotto allo stato laicale dal patriarcato di Mosca. Ora è stato reintegrato nella dignità sacerdotale in seno al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.
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