Vogliamo risollevare l’ortodossia

6 Luglio 2023

Vogliamo risollevare l’ortodossia

Georgij Kovalenko | Marta Dell'Asta

Sbaglia chi crede che la nostra inimicizia col patriarcato di Mosca sia di natura politica. – ci ha detto padre Kovalenko, della Chiesa autocefala ucraina – Noi lavoriamo per un’ortodossia credibile e fraterna. (intervista di Marta Dell’Asta)

Una conversazione segnata dalla tensione fra il bisogno di radicarsi sempre di nuovo nel fondamento incrollabile della vita cristiana e l’attenzione alle diverse posizioni esistenziali e storiche. Alla ricerca di una difficile conciliazione tra le diverse appartenenze politiche ed ecclesiastiche e l’esigenza di una testimonianza cristiana che sappia porsi al di sopra degli scontri, perché l’unità sia concepita come un dono di Dio che va riconosciuto e servito, e non come l’esito di una sia pur intelligente e generosa prassi politica.

Padre Georgij, nell’attuale situazione ecclesiale ucraina che vede crescere la tensione tra le due Chiese ortodosse esistenti (quella legata al patriarcato di Mosca e quella autocefala legata al patriarcato di Costantinopoli), esiste il gruppo chiamato «Ortodossia aperta» che, pur essendo implicato nella vicenda, ha una posizione atipica, può spiegarci la sua origine e le sue caratteristiche?
Dopo la Rivoluzione della dignità [il «Majdan» del 2013-14] è parso evidente che la Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca si stava avvicinando al «mondo russo». Soprattutto dopo la morte [nel 2014] del primate, metropolita Vladimir (Sabodan) di Kiev la Chiesa ucraina legata al patriarcato di Mosca ha preso una posizione più conservatrice, si può dire addirittura fondamentalista.

Georgij Kovalenko

Nato nel 1968, sacerdote della Chiesa autocefala ucraina, è tra i fondatori del gruppo misto «Ortodossia aperta» e rettore dell’Università ortodossa aperta Santa Sofia Sapienza Divina di Kiev.

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Marta Dell'Asta

Marta Carletti Dell’Asta, è ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si è specializzata sulle tematiche del dissenso e della politica religiosa dello Stato sovietico. Pubblicista dal 1985, è direttore responsabile della rivista «La Nuova Europa».

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