11 Aprile 2020
Cristo presente nelle nostre case
L’impossibilità di essere insieme e di comunicarci in chiesa deve farci ricordare che siamo un popolo sacerdotale sin dal battesimo. Che Cristo è già con noi e ci chiede di prenderne coscienza. È l’annuncio di questa Pasqua.
Quando il Covid-19 è uscito per la prima volta sulla scena come una seccatura, un fastidioso intralcio e non una pandemia, le Chiese in risposta hanno introdotto qualche piccolo cambiamento nel rito della comunione.
Al momento attuale la minaccia del Covid-19 è diventata talmente grande che non resta spazio per ulteriori aggiustamenti liturgici, in risposta. La Settima Santa e la Pasqua senza le liturgie, temporaneamente sospese, sono diventate una cosa inevitabile per le Chiese. Naturalmente le autorità religiose cercano di portare la Chiesa nella casa della gente con le liturgie solenni celebrate solo da due o tre persone, trasmesse online, oppure mettendo in internet la liturgia delle ore, in modo che la gente possa pregare da casa. Questo non è solo un gesto di buona volontà; il tentativo di portare la Chiesa nelle case ci permette di scoprire nuovi modi di restare Chiesa anche quando non si può più partecipare alle liturgie normalmente.
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Nicholas Denysenko
Diacono della Chiesa ortodossa d’America, insegna teologia all’Università di Valparaiso (Cile). Ha insegnato in diverse università statunitensi, tra cui la Loyola Marymount University di Los Angeles. Si occupa in particolare di teologia liturgica bizantina e di mariologia.
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