8 Aprile 2020
Presuntuosi e paurosi o liberi e quindi obbedienti?
Il patriarca Kirill lancia una sfida per tutti: siamo disposti a farci raggiungere da Cristo, in questa Pasqua, in un modo totalmente inatteso, o restiamo abbarbicati alla nostra volontà? L’esempio di una santa che rende attuale la Tradizione della Chiesa indivisa.
Domenica 29 marzo, quarta di Quaresima secondo il calendario della Chiesa russa, il Patriarca di Mosca Kirill ha tenuto durante la Divina Liturgia un’omelia che si concludeva con un accorato appello ai fedeli, affinché non frequentassero più le chiese, per ottemperare alle prescrizioni del governo relative al contenimento della pandemia da COVID-19:
In altre parole, non si tratterebbe che della riproposizione «in salsa russa» delle note polemiche che anche nel mondo cattolico hanno accompagnato la decisione del Papa e dei vescovi (con qualche voce dissenziente anche tra di loro) di collaborare con le decisioni delle autorità civili (tra l’altro è interessante notare che nemmeno l’arcivescovo cattolico di Mosca è stato risparmiato dalle critiche dei suoi fedeli per aver tempestivamente vietato le celebrazioni pubbliche, pur permettendo l’apertura della cattedrale e la possibilità di accedere – singolarmente – all’Eucaristia e alla Riconciliazione con tutte le misure di sicurezza del caso).
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Francesco Braschi
Sacerdote, dottore in Teologia e Scienze Patristiche, dottore della Biblioteca Ambrosiana di Milano e direttore della Classe di Slavistica dell’Accademia Ambrosiana. È consultore della Congregazione del Rito ambrosiano e docente a contratto di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
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