29 Marzo 2020
Russia e Covid, i cristiani si interrogano
I pericoli di contagio e le restrizioni della quarantena hanno aperto molte domande tra i credenti. Innanzitutto come distinguere ciò che è essenziale dalle «care tradizioni». E come sentirsi corresponsabili con tutti gli altri. (Seconda parte).
Lo hanno detto in molti: questo virus ci sta facendo capire cose che in tempi normali si fatica a capire. È quello che sta succedendo anche tra i cristiani russi che sono stati strappati al normale corso della quaresima dalle minacce della pandemia.
In realtà le domande hanno incominciato a porsele ben prima che il resto della popolazione prendesse sul serio l’epidemia, rassicurata dalle cifre minimali del contagio in Russia: solo 10, 20 casi al 10 e 11 marzo. Il pericolo è stato a lungo non monitorato perché c’erano in quel momento altre priorità, come la nuova Costituzione e il voto del 22 aprile e si teneva sotto traccia la malattia. Agli inizi del mese la gente in Russia ancora parlava del virus con una certa ironia, solo i più ansiosi correvano a fare la spesa…
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Marta Dell'Asta
Marta Carletti Dell’Asta, è ricercatrice presso la Fondazione Russia Cristiana, dove si è specializzata sulle tematiche del dissenso e della politica religiosa dello Stato sovietico. Pubblicista dal 1985, è direttore responsabile della rivista «La Nuova Europa».
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