30 Agosto 2024

Un Brodskij inedito che scrive per i bambini

Giovanna Parravicini

«La ballata del piccolo rimorchiatore» è l’unico testo poetico che Brodskij riuscì a pubblicare in patria. Delicatissima storia in versi, è uscita in traduzione italiana da Adelphi.

Un Brodskij inedito che scrive per i bambiniCon le illustrazioni di uno dei più noti designer russi per l’infanzia, Igor’ Olejnikov, e la traduzione di Serena Vitale, è uscita anche in italiano una delicatissima storia in versi – l’unico testo poetico che Brodskij riuscì a pubblicare in patria, sulla rivista per l’infanzia «Kostër», nel 1962: Iosif Brodskij – Igor’ Olejnikov, La ballata del piccolo rimorchiatore  (Adelphi 2023, pp. 32).

Anteo, un piccolo rimorchiatore, vede scorrere davanti a sé le grandi navi, che gli fanno sognare paesaggi esotici e fantastici, ma il suo umile compito non lo rattrista né lo delude. Anzi, le grandi navi che per qualche istante si trova ad aiutare ad attraccare e poi accompagna a salpare sono amici che lo rendono in qualche modo partecipe del destino che si svolge per ognuna nei mari sconfinati. «Non dovete compatirmi / se non posso seguirvi. / Salpate, nella bianca luce / del mattino, e portate / al vostro oceano natio / i miei saluti».

Secondo il mito, Anteo era un gigante alto più di 100 metri, che traeva le sue forze sovrumane dal contatto con la madre terra: a sconfiggerlo sarebbe stato Eracle, sollevandolo da terra e privandolo così dei suoi poteri. Nella ballata di Brodskij, la grandezza del piccolo rimorchiatore non è nelle sue dimensioni ma in questo suo servizio ai colossi, le navi che vedranno «mari in cui mai / io getterò l’ancora», nella consapevolezza che «qualcuno deve pur restare / accanto a questa terra».

È la missione del poeta, che osserva e interpreta, intuisce e anticipa il futuro, restando sul confine sottile tra le cose, tra mare e cielo, tra mare e terra: proprio come nella ballata, sullo sfondo della quale si profilano i contorni della splendida Leningrado-Pietroburgo, patria del poeta (le isolette del golfo di Finlandia, i merletti delle gru, il «tramonto impaziente, / e la Neva scintilla / del suo fuoco d’argento»).

La coscienza del proprio compito, della propria responsabilità («devo restare / lì / dove di me hanno bisogno»), si unisce nel finale all’evocazione del compiersi del destino della vita, della «rotta verso un sogno beato», verso il «paese d’oro / da dove ancora, / vuole la leggenda, / nessun rimorchiatore / è mai tornato».

Una storia quasi autobiografica, se si pensa che dieci anni dopo – nel 1972 – convocato dal KGB che gli chiede come mai non ha fatto domanda di andare all’estero, Brodskij risponderà che lui resterebbe volentieri a Leningrado, anche perché la letteratura serve a «salvare il prossimo uomo». La sorte disporrà diversamente: l’esilio, il Premio Nobel per la letteratura nel 1987, la morte e la sepoltura sull’isola di San Michele a Venezia.


(immagine d’apertura: illustrazione di I. Olejnikov per La ballata del piccolo rimorchiatore, part.)

Giovanna Parravicini

Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.

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