22 Febbraio 2021
Insieme per dare ragione al mondo della nostra speranza
Cinque anni fa, a Cuba, si incontravano per la prima volta nella storia il primate della Chiesa cattolica e della Chiesa russa ortodossa. Molti si chiedono se l’incontro abbia dato frutti. Risponde l’arcivescovo Paolo Pezzi. (Intervista di Pavel Korobov, Kommersant).
Qual è stata l’importanza dell’incontro fra papa Francesco e il patriarca Kirill?
È stato sicuramente un evento storico, che ha portato a un nuovo livello i rapporti fra noi. Non a caso le prime parole della Dichiarazione comune sottolineano la cosa principale, e cioè che l’incontro ha avuto luogo «per volontà di Dio Padre», e non per motivi contingenti. E poi, un’altra espressione della dichiarazione: «ci siamo ritrovati come fratelli nella fede cristiana», e soprattutto l’immagine stessa, la testimonianza del loro abbraccio fraterno costituiscono una vera pietra miliare sul cammino verso l’unità, che fa nascere nel cuore un’enorme gratitudine. Quel tipo di gratitudine che ti aiuta a svegliarti al mattino e ad affrontare di nuovo le situazioni difficili.
Approfondimenti
La recente conferenza cattolica-ortodossa sulla «Chiesa e la pandemia»:
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Paolo Pezzi
Dal 2007 arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca. Ordinato sacerdote nella Fraternità sacerdotale dei missionari di S. Carlo Borromeo, ha svolto gran parte della sua attività pastorale in Russia, dal 1993 a Novosibirsk, poi nella Russia europea, come rettore del Seminario cattolico a San Pietroburgo.
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