15 Giugno 2018

Sencov, l’importanza dei diritti umani

Redazione

Nella Russia moderna dei Mondiali di calcio si allunga l’ombra dei «prigionieri politici». Le organizzazioni per i diritti umani stanno rinascendo, e additano lo strapotere della polizia e della magistratura. Oggi al centro c’è il «caso Sencov».

Il 14 giugno, giorno d’inizio dei Mondiali di calcio a Mosca, si è compiuto un mese esatto da quando, nel lager «Orso polare» nella penisola di Jamal (estremo nord russo), il regista ucraino Oleg Sencov ha cominciato uno sciopero della fame a oltranza, chiedendo la liberazione di tutti i detenuti politici ucraini nelle prigioni russe.
Sencov ha 41 anni ed è nato e cresciuto in Crimea, a Simferopol’. Nel febbraio e marzo 2014, durante la crisi di Crimea, si è schierato con l’Ucraina. Dopo l’annessione, nel maggio 2014, è stato arrestato dalla FSB (l’ex KGB, ora Servizi federali per la sicurezza della Federazione russa), e nell’agosto 2015 è stato condannato a 20 anni di reclusione in un campo a regime duro. Secondo l’accusa avrebbe diretto un gruppo terroristico e organizzato alcuni attentati.

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