22 Marzo 2016
Una Mosca che non conoscevate – 4
La quarta e ultima parte dell’escursione tematica per Mosca, sulle tracce di un’altra capitale: la topografia del terrore, il Deposito dei Monumenti dismessi, i luoghi delle proteste di piazza.
LA PIAZZA DEL MANEGGIO
L’attuale piazza del Maneggio, che si estende oltre Ochotnyj rjad, è oggi trasformata in un grande centro commerciale sotterraneo con fast food e negozi delle maggiori firme internazionali. Ormai nessuno ricorda più che proprio qui il 4 febbraio 1990 si riunì il più grandioso meeting precedente alla perestrojka: a sostegno delle riforme democratiche scesero in piazza ben 300.000 persone, chiedendo l’abrogazione dell’art. 6 della Costituzione, sul ruolo leader del Partito Comunista. Anche questa piazza, come la già citata piazza Tverskaja, nel XIX secolo fu più volte teatro di proteste studentesche; nel XIX secolo, infatti, l’università divenne una vasta fucina di idee progressiste (all’inizio del XX secolo vi studiavano 6000 studenti), e non erano rari gli scontri fra studenti e professori – talvolta addirittura cacciati dal proprio uditorio – come pure scontri tra gli studenti dimostranti e i venditori e vetturini di Ochotnyj rjad, non di rado aizzati dagli agenti della polizia in borghese. Anche il vicino Maneggio, costruito nel XIX secolo come centro per l’equitazione e trasformato all’inizio del secolo successivo in spazio espositivo, fungeva talvolta da collettore per le proteste studentesche.
Manifestazioni a Mosca, 4 febbraio 1990.
LA PIAZZA ROSSA
La nostra passeggiata si conclude sulla piazza Rossa, di fronte al Cremlino. Il centro della protesta sulla più famosa piazza della Russia è il cosiddetto «Patibolo», il palco dove in passato venivano letti i decreti governativi ed eseguite le sentenze capitali. Qui il 25 agosto 1968 si radunarono sette dissidenti in segno di protesta contro i carri armati sovietici a Praga. Avevano con sé cartelli con gli slogan: «Perdiamo i migliori amici!», «Viva la Cecoslovacchia libera e indipendente!», «Vergogna agli occupanti!», «Giù le mani dalla Cecoslovacchia!», «Per la vostra e la nostra libertà!». Furono immediatamente fermati da agenti in borghese, prelevati a forza e condannati a varie pene detentive.
Julij kim, Advokatskij vals, 1968.
Sono numerosi gli anniversari importanti che vale la pena ricordare: nel 2017 saranno cent’anni dalla rivoluzione d’ottobre; nel 2025 ci sarà il bicentenario dell’insurrezione dei decabristi, primo tentativo di organizzare una protesta politica in Russia. Questa passeggiata nel cuore di una Mosca sconosciuta ai più pone domande a cui diventa non solo attuale, ma direi urgente trovare una risposta: si può leggere e raccontare la storia come storia di una battaglia per la verità, la libertà della persona e di un popolo, e non semplicemente come trionfo del servilismo e della paura?
Vladimir Stepanov
Traduttore e giornalista, Saratov.
Laureato in Lettere Classiche all’RGGU di Mosca; quindi laurea magistrale in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano con una tesi sull’editoria russa in Italia del ‘900.