17 Ottobre 2019
Il «nuovo inizio» di padre Aleksandr Men’
Ogni settembre, da ormai 29 anni, in Russia si fa memoria di padre Aleksandr Men’ nella ricorrenza della sua tragica scomparsa. Ma non è una celebrazione devota né accademica, è lo zampillare della vita che lo nutriva e che ne ha fatto un grande testimone.
Ogni settembre, da ormai 29 anni, in Russia si fa memoria della tragica scomparsa di padre Aleksandr, ucciso con un colpo di vanga la mattina del 9 settembre 1990 mentre stava recandosi a celebrare nella sua parrocchia. Il passar del tempo lo ringiovanisce, si direbbe, e quest’anno le numerose iniziative – liturgie, convegni, una mostra fotografica – si sono svolte addirittura all’insegna del titolo «Missionario del XXI secolo». Lui, che non ha mai varcato questa soglia, continua a precederci e a guidarci. Non è un caso che il suo biografo, Yves Hamant, in questi giorni abbia postato questa preghiera di padre Men’ riportando che, poco prima di morire, aveva detto che «il cristianesimo è sempre un nuovo inizio». Un inizio di cui continua a farci partecipi:
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Giovanna Parravicini
Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.
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