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Il dramma della libertà. Saggi su Dostoevskij
“È possibile ridurre tutta l’essenza del cristianesimo al solo spirito umanitario? Sono forse scopo del cristianesimo l’armonia universale e la prosperità sulla terra, raggiungibile dal progresso naturale dell’umanità? Infine, si può ricondurre il fondamento della vita e dell’attività cristiana al solo amore?… Il cristianesimo non crede né nella morale individuale autonomistica dell’uomo né nella ragione collettiva dell’umanità che dovrebbe prima o poi creare il paradiso sulla terra. Anche Dostoevskij non credeva in niente di simile. Se anche era un moralista, la sua morale non era autonomistica ma cristiana, fondata sulla conversione e sulla rinascita religiosa dell’uomo”. E in effetti la fede di Dostoevskij su null’altro fondata se non sulla “divinità del Falegname nazareno crocifisso sotto Ponzio Pilato”.
Solov’ev, erede spirituale di Dostoevskij e maestro della filosofia religiosa russa dell’inizio secolo, così sintetizza il significato del grande scrittore: la riproposizione della Presenza di Cristo irriducibile a idee o precetti morali e la sfida della drammatica libertà umana. A questo appello rispondono, con interventi centrati su aspetti diversi ma profondamente unitari nel fondamento, i maggiori pensatori religiosi russi, proponendo una lettura di Dostoevskij in parallelo con i problemi ultimi della persona umana e della società.
AA. VV.
pp. 228, ed. 1991
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