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22 Gennaio 2019
Andrej Bitov: niente preconcetti, solo stupore
Un grande scrittore russo ci ha lasciati, senza grandi celebrazioni ufficiali. Andrej Bitov ha cantato il passato senza mistificarlo, ha difeso il presente senza risentimenti. Ha ammirato sconfinatamente Dio e la sua creazione, compresa la letteratura.
«… In letteratura non c’è vero progresso se non facciamo i conti col passato. Che ragione avrei avuto di scrivere La casa di Puškin se non quella di scriverla, appunto: che è un modo come un altro per fare i conti con se stessi? Io non sapevo dove sarei andato a finire, quando cominciai il romanzo. Sapevo però che era un’esperienza: l’esperienza di frugare in me stesso e scoprire cosa mi portavo dentro. Da una parte, quindi, è stato estrarre la statua dal blocco di marmo, come fa lo scultore; dall’altra, un modo per venire a patti con quelli che oggi chiamiamo i classici, Puškin e Gogol’ per esempio, che naturalmente da vivi non erano affatto classici».
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Giovanna Parravicini
Ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana. Specialista di storia della Chiesa in Russia nel XX secolo e di storia dell’arte bizantina e russa. A Mosca ha collaborato per anni con la Nunziatura Apostolica; attualmente è Consigliere dell’Ordine di Malta e lavora presso il Centro Culturale Pokrovskie Vorota. Dal 2009 è Consultore del Pontificio Consiglio per la Cultura.
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