Presente e futuro della Chiesa nell’URSS
Padre Gleb Jakunin (1936-2014), moscovita, ha studiato biologia a Irkutsk, ma gli fu impedita la laurea perché accusato di fre
quentare “ambienti clericali”. Entrato nel seminano
teologico di Mosca, ben presto ne fu allontanato per aver
criticato l’ingerenza del potere civile
nella vita interna della Chiesa. Un
vescovo lo accolse poi benevolmente al
suo servizio e nel 1962 lo ordinò sa
cerdote.
Nel 1965 padre Jakunin, assieme
a un altro sacerdote di Mosca, scrisse
la Lettera aperta al Patriarca Aleksij,
documento che ruppe il silenzio
della compromissione, iniziò il dialo
go fra i credenti ortodossi.
Da allora la Chiesa ortodossa russa
non può più essere chiamata «Chiesa
del silenzio». Padre Gleb fu sospeso a divinis. Accettò obbediente
la punizione, ma continuò la
sua lotta per la libertà della Chiesa e
per incrementare la rinascita cristiana del proprio paese. Nel 1976 fu cofondatore e animatore del «Comitato cristiano per la difesa dei diritti dei credenti
nell’URSS».
La forte e coraggiosa testimonianza di padre Jakunin, la sua sofferta
proposta per la Chiesa, la reazione di
credenti e non credenti dell’URSS al
suo arresto alla fine degli anni ’70, sono gli inediti materiali che qui si
presentano.
Gleb Jakunin
Presente e futuro della Chiesa nell’URSS
pp. 112, ed. 1980
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