L'unità multiforme
In san Giovanni Paolo II l’Oriente cristiano trova un singolare estimatore. Nel corso del suo pontificato, insistita attenzione e appassionata stima vengono in più occasioni tributate alla tradizione cristiana orientale, di cui sono testimoni i cristiani ortodossi e gli orientali uniti. L’atteggiamento di Giovanni Paolo II proviene dalla sua esperienza personale, da una precisa teologia della storia e della concezione ecclesiologica che ne deriva. Karol Wojtyla è figlio di una nazione raggiunta dalla Buona Novella evangelica alle soglie dell’anno 1000. Alla luce di tale esperienza egli con trepidazione osserva il progressivo espandersi del cristianesimo dal Cenacolo di Gerusalemme verso il mondo intero e con determinazione individua nelle vicende storiche dell’umanità l’avverarsi della provvidenziale storia della salvezza. Dall’incontro del Vangelo con i diversi popoli nasce la molteplicità delle tradizioni cristiane. Oriente e Occidente sono all’interno dell’ecumene cristiana il frutto di questo processo di inculturazione della Parola divina. E nella varietà delle loro tradizioni devono considerarsi complementari e momenti della grande Tradizione della Chiesa universale. In tale prospettiva Giovanni Paolo II sottolinea la necessità di sanare la frattura tra la Chiesa cattolica e Oriente cristiano, valorizzando la reciproca ricchezza e diversità all’interno di una unità sinfonica intorno a Cristo.
Cesare Alzati, Paola Locati
pp. 312, ed. 1991
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