Dialogo con il futuro
Dopo l’espulsione dall’URSS nel febbraio 1974 e nel corso del suo temporaneo soggiorno a Zurigo, Solženicyn, accanto all’attività
propriamente letteraria, ha continuato quell’attività pubblicistica che già si
era espressa in Vivere senza menzogna» e nella Lettera ai dirigenti
dell’Unione Sovietica, stavolta indirizzandosi non agli intellettuali o ai governanti del suo paese, ma all’opinione pubblica occidentale. Lo indussero a ciò due esigenze: la consapevolezza di essere tenuto
a «dar voce ed espressione alle moltitudini silenziose e prive di diritti
del suo paese e degli altri paesi comunisti», a testimoniarne cioè «le sofferenze, le ricerche e gli slanci» nonché il desiderio di giovare
con ciò ad altri uomini.
Agli interventi del giugno-luglio 1975 pubblicati come «discorsi americani», hanno fatto
seguito nel febbraio-marzo 1976 i discorsi e le interviste dello scrittore
in Gran Bretagna, Francia e Spagna qui raccolti.
Più articolati e significativi dei «discorsi americani», questi «discorsi e interviste» illustrano convenientemente la grandiosa concezione morale
di Solženicyn, la coerenza e le prospettive del suo cristianesimo critico
che gli permettono di abbracciare in un’unità inscindibile i destini di tutti
gli uomini, all’Est come in Occidente, di individuare il male di diversi ma coincidenti materialismi, l’alienazione di un’umanità che sembra ormai
disancorata dai valori spirituali e ridotta da egoismi, opportunismi e paure
a giocare il proprio destino sull’infimo livello di una politica piattamente
orizzontale, tutta compresa tra le estremità sottodialettiche di «destra» e «sinistra».
A. Solženicyn
Dialogo con il futuro. Discorsi e interviste
pp. 120, ed. 1977
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