28 Febbraio 2020
Cattolicesimo e ortodossia, confronto senza ostilità
Un teologo ortodosso descrive, non in astratto ma dal di dentro di una stretta convivenza, pregi e difetti delle due Chiese sorelle. Con una stima che è il primo passo verso l’aiuto reciproco.
Giorni fa ho tenuto un’altra lezione al seminario di Reggio Emilia. Questa volta erano a tema le differenze principali tra cattolicesimo e ortodossia.
Il filioque, naturalmente, poi il papa, i due dogmi sulla Madonna, il clero sposato, la comunione sotto le due specie, l’assenza degli ordini monastici, la negazione del purgatorio o, andando più per il sottile: la differenza tra grazia creata e increata. Tuttavia, queste cose sono «oggetto di disputa» soltanto sul piano razionale, il quale riflette il piano spirituale, che a sua volta conduce a differenze più profonde.
Le differenze dogmatiche e di culto le abbiamo ereditate dal passato, dalle due diverse tradizioni. È su queste che si discute, col presupposto che si potrà arrivare all’unica verità comune che, comunque, già esiste. Per l’Oriente la verità è racchiusa nel primo millennio. Rinuncia alle tue innovazioni, diciamo noi ortodossi all’Occidente, torna alla nostra comune Tradizione, all’eredità dei primi dieci secoli, così poi… Poi cosa? Niente. Non avverrà nessun miracolo, gli ortodossi lo sanno bene. Per questo, anche quando intavolano trattative sull’unità, in segreto hanno paura che i cattolici non siano d’accordo con loro.
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Vladimir Zelinskij
Sacerdote ortodosso (del Patriarcato di Mosca) è filosofo, teologo e traduttore. Dal 1991 vive in Italia, ha insegnato lingua e civiltà russa all’Università cattolica di Brescia e di Milano. Ha al suo attivo numerosi testi di teologia e spiritualità.
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